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Investimenti ESG: quali società scegliere per battere il mercato

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Nonostante la flessione dei listini registrate negli ultimi mesi alcuni temi di investimento hanno avuto performance di tutto rispetto. Tra queste quelle utilizzano strategie ESG nella selezione dei titoli Ne abbiamo parlato con Johan Swahn, gestore del fondo Nordea 1 – Global Stars Equity Fund.

Dott. Swahn, le strategie ESG hanno generalmente sovraperformato il mercato durante la tempesta del COVID-19. Ѐ stato un fenomeno a breve termine o la conferma di un trend di lungo periodo?
I fattori ESG e la sostenibilità erano importanti prima del coronavirus e senza dubbio continueranno ad esserlo dopo la pandemia. Il mondo si sta muovendo verso una direzione più sostenibile ed è la destinazione verso cui noi asset manager dobbiamo tendere non solo per creare un mondo migliore, ma anche per offrire rendimenti superiori ai nostri clienti.

Come avviene la collaborazione fra i Portfolio Manager delle strategie Stars e gli analisti ESG?
Come team di investimento, i fattori ESG sono parte del nostro DNA. I nostri analisti ESG, parte del nostro team di investimento, sono coinvolti in ogni step del processo partecipando ai meeting giornalieri e settimanali, alla generazione delle idee e alla presentazione dei casi. Questo approccio olistico genera diversi vantaggi incrementando la comprensione delle tematiche ESG dei portfolio manager così come la cognizione degli analisti ESG di tutto il processo di investimento.

Parlando di engagement, quale aspetto ritiene sia più rilevante?
Dipende dall’azienda con cui si sta collaborando. Nelle realtà con un profilo ESG più problematico o che hanno registrato un aumento dei rischi collegati al proprio business model, ci concentriamo sulle scelte gestionali del management e sui processi messi in atto. Con un profilo ESG solido ci dedichiamo a come far crescere il volume delle vendite e degli utili capitalizzando le opportunità.

Come costruite il portafoglio?
La nostra strategia Global Stars punta a generare solide performance corrette per il rischio rispetto al mercato e ai peer, ma con un approccio sostenibile. Per ottenere ciò, dividiamo l’universo di investimento in tre panieri.
Le aziende con score C sono problematiche dal punto di vista ESG e vengono automaticamente escluse. Possono essere titoli legati a business ad alta intensità di carbone o operanti nel settore minerario o nella produzione e distribuzione di armi o del tabacco. Questo segmento può anche includere aziende di settori diversi, come Facebook che riteniamo non abbia gestito nel migliore dei modi certe criticità negli ultimi anni.
Il nostro obiettivo principale sono le aziende con un rating A caratterizzate da un business model orientato a fornire soluzioni ai principali problemi del mondo moderno. Per ottimizzare il profilo di rischio/rendimento spesso consideriamo anche aziende con un rating neutrale B. Queste magari non sono leader ESG, ma spesso sono disponibili ad avviare un dialogo costruttivo con noi per irrobustire il profilo ESG e, di conseguenza, migliorare la capacità di generare rendimenti sostenibili nel lungo periodo.

Come viene messa in pratica la filosofia di investimento?
Oltre ai fattori ESG è fondamentale identificare i trend. L’esposizione a un trend in crescita stimola la crescita riducendo anche i rischi. Un buon esempio è fornito dall’industria automobilistica. Renault ultimamente sta subendo le conseguenze di un trend avverso che vede una feroce competizione sui prezzi e un quadro normativo europeo molto rigido. Il prezzo dell’azione ha sottoperformato il mercato per molto tempo e probabilmente continuerà in questa direzione.
Autoliv, invece, pur operando nello stesso settore di Renault, offre un mix differente di prodotti.
I suoi equipaggiamenti di sicurezza, come cinture di sicurezza e airbag, salvano migliaia di vite ogni anno. La società sta beneficiando di un trend positivo supportato dalla volontà delle autorità di aumentare i dispositivi di sicurezza nei veicoli. Grazie anche a vantaggi competitivi, Autoliv ha sovraperformato il mercato.
Restando sempre nello stesso settore troviamo Littelfuse. Questa è la prima società introdotta dal nostro analista ESG operante nella componentistica per veicoli elettrici. Nella corsa all’oro è meglio essere la persona che vende i badili anziché quella che scava per l’oro. Il settore dell’auto si sta spingendo verso l’elettrico offrendo a Littelfuse un mercato in costante crescita. Lo stock ha sovraperformato significativamente il mercato e ci aspettiamo che continui a farlo.

Qual è stato l’impatto del COVID-19 sulla costruzione del portafoglio?
La pandemia è incredibilmente complicata e nessuno sa che sviluppi avrà. È importare restare attenti in caso di una seconda ondata e osservare le mosse dei governi e delle banche centrali. Noi manteniamo un portafoglio bilanciato, evitando particolari stili di investimento o settori e concentrandoci sulla selezione dei titoli.