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Intelligence Usa: Trump “perirà in cella”

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Donald Trump aveva già tanti nemici senza dover andare a cercare guai con i servizi di intelligence. Dopo lo scoppio dello scandalo che ha portato alle dimissioni del consulente della sicurezza nazionale del governo Usa, Michael Flynn, il neo commander-in-chief ha attaccato frontalmente la comunità di intelligence americana.

Secondo Trump il comportamento tenuto dai servizi segreti è inammissibile, “continuano a commettere atti criminali quando permettono che trapelino rapporti dell’intelligence”, dice riferendosi a quello che è accaduto all’ex generale Flynn e “ai documenti e ai report che sono stati diffusi pubblicamente” di proposito.

“Il problema non è il lavoro dei servizi di intelligence Usa, bensì i rapporti tra la Russia e il presidente Trump”, gli ha risposto seccamente l’ex analista dell’agenzia di sorveglianza NSA, John Schindler, secondo cui la comunità del reparto di intelligence non ha preso bene le accuse di aver commesso atti criminali. Un altro rimprovero che Trump fa alle persone colpevoli delle rivelazioni top secret è quello di essere “molto anti americani“.

Schindler dice di limitarsi a condividere il pensiero espresso da un suo caro amico che ha una posizione di rilievo nell’intelligence americana. “Adesso si passa alle armi nucleari. La guerra della comunità di intelligence sale di livello e rischia di indebolire gli Stati Uniti sul piano geopolitico. Un amico che lavora da tempo nel settore ha iniziato dicendomi: ‘perirà in prigione'” (vedi Tweet sotto riportato).

Il tutto mentre l’FBI e l’intelligence americana pare stiano indagando, lo riporta il New York Times, sui contatti avvenuti durante la campagna elettorale presidenziale tra collaboratori di Trump e funzionari russi.

Il caso delle dimissioni del consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Flynn ha fatto il giro del mondo. L’ex generale ha dovuto lasciare l’incarico il 13 febbraio per via delle informazioni incorrette, date secondo lui “inavvertitamente”, al vicepresidente Mike Pence e alla stampa sulle conversazioni tenute con l’ambasciatore della Russia in Usa Sergey Kislyak.