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Imu: piano B sulla seconda rata. Aumento bolli su depositi e titoli

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ROMA (WSI) – Sul tavolo di Fabrizio Saccomanni, c’è un ventaglio di ipotesi. Una rosa di soluzioni per azzerare il pagamento della seconda rata dell’Imu. Sfogliando questa rosa, che va dall’aumento degli acconti Ires per banche e assicurazioni passando per l’accelerazione della rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, fino all’anticipo di altri introiti degli istituti di credito, sarebbe spuntata nelle ultime ore anche una nuova ipotesi, quella di un ritocco dei bolli e delle tasse sui conti correnti e sui conti titoli.

In realtà la strada è già stata battuta da Enrico Letta e dal ministro dell’Economia Saccomanni nella legge di Stabilità, dove il bollo sui conti di deposito titoli è stato portato dall’1,5 al 2 per mille. Una misura sulla quale non si sono alzate barricate. Si tratterebbe comunque di una sorta di piano B.

Il piano A rimane il ritocco tra il 116 e il 120 per cento degli acconti fiscali di banche e assicurazioni. Il problema è che gli istituti di credito sono saliti sulle barricate. I rappresentanti dell’Abi e Saccomanni avrebbero avuto diversi contatti in questi giorni. La posizione delle banche è chiara: un sacrificio fiscale nel 2013 può essere chiesto solo a fronte di un analogo beneficio nel 2014. Aumentare gli acconti sarebbe solo un inasprimento in un momento, tra l’altro, delicato perché coinciderebbe con il periodo preso in considerazione dalla Bce per gli stress test.

Senza contare che Eurostat potrebbe qualificare la misura come debito. Il problema è anche un altro. Letta ha fretta di chiudere la partita della seconda rata Imu, soprattutto per togliere dal tavolo argomenti che Berlusconi, in vista del voto sulla decadenza, potrebbe usare per mettere in difficoltà Alfano e l’ala dei «governisti».

LA PROTESTA DEI SINDACI

Saccomanni guarda ad altro. Tra pochi giorni incasserà la probabile promozione da parte dell’Unione Europea per la manovra. Ma incasserà, sempre con molta probabilità, anche un monito a non modificare l’impianto della Stabilità e, soprattutto, a mantenere in linea i conti del 2013. Sull’Imu, del resto, Bruxelles ha già detto chiaramente quello che pensa. Una tassa sulla casa c’è in tutta Europa e nelle raccomandazioni con le quali ha chiuso la procedura di deficit eccessivo nei confronti dell’Italia ha indicato come priorità il trasferimento della tassazione dalle persone alle cose.

L’accordo politico per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa per il 2013, si sta rivelando molto gravoso. Come dimostra il «pasticcio» della copertura tramite la sanatoria sui concessionari del gioco utilizzata per cancellare la prima rata della vecchia tassa. Dopo che la Corte dei Conti ha deciso che il contenzioso potrà essere chiuso solo versando il 30% del dovuto, le società che avevano aderito alla sanatoria hanno iniziato a chiedere indietro i soldi allo Stato. Ieri è stata la volta di Cirsa, ma è probabile che altri seguiranno. Presto il governo potrebbe essere costretto ad aumentare le accise sulla benzina.

C’è poi il capitolo dei sindaci. Entro il 30 novrembre devono chiudere i bilanci e hanno fino al 9 dicembre per stabilire le aliquote Imu. Ma senza la certezza di ricevere dal governo i 2,4 miliardi di gettito della seconda rata, non possono fare i conti. Giovedì il presidente dell’Anci, Piero Fassino, dovrebbe tenere una conferenza stampa per rimarcare le preoccupazioni dei Comuni. Senza l’incasso dell’Imu il 16 dicembre o, in alternativa, senza il trasferimento dei soldi da parte dello Stato, il rischio è di non riuscire a pagare gli stipendi e gli straordinari il prossimo mese.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Messaggero – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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