È il mercato finanziario “più rischioso della nostra vita” secondo il fresco premio Nobel per l’Economia Richard Thaler, che ieri in un’intervista telefonica a Bloomberg Tv ha ammesso ieri di essere estremamente preoccupato per la compiacenza degli investitori e per la volatilità “minuscola”, un fattore che nemmeno lui riesce a spiegarsi. Dallo scoppio della crisi nel 2008 le banche centrali hanno acquistato titoli e altri asset per un valore di 14 mila miliardi di dollari, tre mila miliardi più alto del Pil annuale della Cina. Cosa succederà al mercato quando le autorità di politica centrale inizieranno a vendere anziché comprare? Come se non bastasse, nel suo ultimo World Economic Outlook, rapporto semestrale sullo stato di salute dell’economia mondiale, l’FMI ha avvertito del fatto che “la ripresa economica potrebbe non durare”.
Oggi l’attenzione sarà rivolta alla pubblicazione dei verbali della Federal Reserve, all’avvio della stagione delle trimestrali e alle novità sulla crisi costituzionale in Catalogna. Il presidente della regione secessionista Carles Puigdemont ha lasciato in sospeso la questione della dichiarazione di indipendenza. Secondo lui la proclamazione di auto determinazione è solo rimandata, ma così facendo ha scontentato gli indipendentisti catalani. A gioire è invece il mercato finanziario, con l’euro che sul Forex si rafforza ulteriormente sopra l’area di 1,1831 dollari e con le Borse europee che risalgono la china dopo la pausa di ieri.
Particolarmente positivo l’andamento dell’Ibex. Secondo la stampa spagnola il governo di Madrid, che non crede al “trucco” delle autorità catalane, si sta orientando verso l’attuazione dell’articolo 155 della Costituzione che di fatto porterà al commissariamento della Catalogna. A Piazza Affari focus sulle banche, ben impostate aspettando le decisioni di Bruxelles della roadmap relativa alla gestione degli Npl dopo le linee guida più rigide chieste dalla Bce.
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Sul mercato del reddito fisso in attesa delle aste di titoli di Stato italiani, lo Spread tra Btp e Bund è in calo, sfruttando il momento positivo dei bond dell’area periferica meno virtuosa. I guadagni dei Bonos spagnoli, innescati dal rinvio della proclamazione di indipendenza e dall’apertura al dialogo del governo catalano, hanno favorito anche i titoli italiani.
Il differenziale tra i rendimenti del Btp decennale e il Bund con omologa scadenza scende a 172 punti base, in ribasso di 3 punti base rispetto al riferimento precedente. In lieve restringimento anche il rendimento del Btp decennale, che si attesta al 2,17% dal 2,19% fatto registrare in chiusura la vigilia. I Bonos spagnoli decennali festeggiano il momentaneo allentamento della tensione tra Barcellona e Madrid con un rally che porta lo spread sempre rispetto alla Germania e sempre sulla scadenza decennale a 121 punti base rispetto al Bund tedesco (da 127 punti base ieri) e un rendimento del 10 anni all’1,66% sulla scadenza decennale (da 1,72%).
Il giorno dopo la sospensione della dichiarazione dell’indipendenza decisa dalle autorità catalane, la Borsa di Madrid ha aperto gli scambi con un rialzo dell’1,5%. Le altre piazze finanziarie d’Europa sono più caute, con rialzi dello 0,10-0,15%.
A Piazza Affari si mettono in evidenza per ora Banco BPM, la galassia Agnelli (FCA, Exor), Buzzi Unicem e soprattutto Unipol (+1,26%), favorita dalla promozione di Mediobanca. In rosso Saipem, Tenaris, Ferragamo e Intesa Sanpaolo, titoli che cedono tutti più di un punto percentuale in avvio. Saipem paga le prese di beneficio dopo i rialzi di ieri e il declassamento a Hold da Buy deciso da Goldman Sachs. Gli analisti hanno tagliato il target price a 3,9 euro da 4,9.
Sul mercato del reddito fisso in attesa delle aste di titoli di Stato italiani, lo Spread tra Btp e Bund è in calo, sfruttando il momento positivo dei bond dell’area periferica meno virtuosa. I guadagni dei Bonos spagnoli, innescati dal rinvio della proclamazione di indipendenza e dall’apertura al dialogo del governo catalano, hanno favorito anche i titoli italiani.
Il differenziale tra i rendimenti del Btp decennale e il Bund con omologa scadenza scende a 172 punti base, in ribasso di 3 punti base rispetto al riferimento precedente. In lieve restringimento anche il rendimento del Btp decennale, che si attesta al 2,17% dal 2,19% fatto registrare in chiusura la vigilia. I Bonos spagnoli decennali festeggiano il momentaneo allentamento della tensione tra Barcellona e Madrid con un rally che porta lo spread sempre rispetto alla Germania e sempre sulla scadenza decennale a 121 punti base rispetto al Bund tedesco (da 127 punti base ieri) e un rendimento del 10 anni all’1,66% sulla scadenza decennale (da 1,72%).
Sul Forex, la sterlina britannica è quella che mostra l’andamento più negativo, mentre lo yen giapponese è la moneta in maggiore rafforzamento tra quelle principali mondiali. Il dollaro Usa intanto è contrastato ma si indebolisce sull’euro e scambia in area $1,1830.
La divisa giapponese è la valuta più richiesta in vista delle elezioni anticipate del 22 ottobre. La sterlina perde invece terreno contro quasi tutte le rivali chiave. Non sono tanti i dati macro che potrebbero cambiare lo scenario sul Forex: il rapporto americano JOLTS sulle assunzioni, che verrà reso noto alle 16 italiane, l’asta di bond Usa a 10 anni, e i verbali della Fed, che verranno comunicati alle 20, a mercati europei chiusi. Il futuro dell’euro, invece, lo deciderà in gran parte la Bce con la riunione di questo mese.
Il punto sui mercati nel primo pomeriggio:
– Future sull’oro in rialzo dello 0,17% (+$2,15) a 1.290,20 dollari l’oncia
– Future sul petrolio WTI poco variati a 50,91 dollari al barile. Ieri si sono mossi in netto rialzo sopra la media mobile a 200 giorni di $50,54. I minimi di giornata sono stati raggiunti a $50,81, mentre il massimo è stato di 51,42 dollari
– I future su S&P 500, Nasdaq e Dow Jones sono in lieve calo (-2,75 punti, -8,25 e -10 punti, rispettivamente)
– I tassi sui Treasuries Usa a due anni sono invariati all’1,512% ma quelli a più lunga scadenza sono in calo di 0,6 punti base all’1,9529% (5 anni) e di 1 punto base al 2,3499% (10 anni) e di 1,1 punti base al 2,8840% (30 annj). 2 year unchanged at 1.512%
– Le Borse europee sono contrastate con il Dax invariato, il Cac in calo dello 0,4%, il Ftse in ribasso dello 0,2% ma Madrid in rialzo dell’1,23%. Piazza Affari guadagna lo 0,1%, mentre Lisbona lo 0,3%
– Sul fronte obbligazionario europeo, i rendimenti di Germania, Francia, Regno Unito e Italia sono in rialzo (il decennale del BTP quota 2,179% in aumento di 5,2 punti base), mentre i Bonos spagnoli scambiano al tasso dell’1,662% (-3,2 punti base)
– Nella notte l’indice Nikkei ha chiuso ai massimi di 21 anni nonostante la forza dello yen
Il punto sui mercati nel primo pomeriggio:
– Future sull’oro in rialzo dello 0,17% (+$2,15) a 1.290,20 dollari l’oncia
– Future sul petrolio WTI poco variati a 50,91 dollari al barile. Ieri si sono mossi in netto rialzo sopra la media mobile a 200 giorni di $50,54. I minimi di giornata sono stati raggiunti a $50,81, mentre il massimo è stato di 51,42 dollari
– I future su S&P 500, Nasdaq e Dow Jones sono in lieve calo (-2,75 punti, -8,25 e -10 punti, rispettivamente)
– I tassi sui Treasuries Usa a due anni sono invariati all’1,512% ma quelli a più lunga scadenza sono in calo di 0,6 punti base all’1,9529% (5 anni), di 1 punto base al 2,3499% (10 anni) e di 1,1 punti base al 2,8840% (30 anni)
– Le Borse europee sono contrastate con il Dax invariato, il Cac in calo dello 0,4%, il Ftse in ribasso dello 0,2% ma Madrid in rialzo dell’1,23%. Piazza Affari guadagna lo 0,1%, mentre Lisbona lo 0,3%
– Sul fronte obbligazionario europeo, i rendimenti di Germania, Francia, Regno Unito e Italia sono in rialzo (il decennale del BTP quota 2,179% in aumento di 5,2 punti base), mentre i Bonos spagnoli scambiano al tasso dell’1,662% (-3,2 punti base)
– Nella notte l’indice Nikkei ha chiuso ai massimi di 21 anni nonostante la forza dello yen
In tutto questo, grazie all’andamento del Giappone e all’allentamento delle tensioni in Catalogna, le Borse mondiali hanno toccato un nuovo massimo storico:
Il rapporto JOLTs sul numero di assunzioni negli Stati Uniti ha deluso le attese. Il risultato di 6,082 milioni di unità è infatti inferiore al 6,135 milioni di assunzioni previste. Il livello, pur restando alto rispetto alla media storica, sta influendo negativamente sul dollaro. L’euro, favorito dall’allentamento delle tensioni in Catalogna, ha toccato i massimi di seduta a quota $1,1857.
Il numero di licenziamenti volontari è stato pari a 3,124 milioni, anche in questo caso sotto le attese. Si tratta di una cifra che viene considerata un segnale di fiducia nel mercato del lavoro: gli americani sono disposti a lasciare il proprio posto di lavoro se sono convinti di trovare un impiego con condizioni migliori o meglio remunerato.
Tra i prossimi dati macro ed eventi di rilievo per l’andamento del dollaro e per conoscere lo stato di salute dell’economia Usa, che potrebbero cambiare i piani della Fed (sebbene sia ormai da dare quasi per scontato un rialzo dei tassi di interessea dicembre), si segnalano i verbali della banca centrale americana, le vendite al dettaglio e l’indice di inflazione Usa.
Ha chiuso in progresso di quasi 1% il Ftse Mib nella sessione odierna. Le banche italiane salgono, in controtendenza rispetto alla maggior parte dei concorrenti europei, grazie alle precisazioni della Commissione sulle linee guida per gli Npl.
In rialzo anche la maggior parte delle altre Borse europee con l’Ibex che ha fatto la parte del protagonista grazie all’allentarsi delle tensioni in Catalogna (+1,47%). In leggero guadagno anche il Dax (+0,17%). Poco sotto la parità invece Cac40 (-0,02%) e Ftse 100 (-0,07%)
In rialzo anche la maggior parte delle altre Borse europee con l’Ibex che ha fatto la parte del protagonista grazie all’allentarsi delle tensioni in Catalogna (+1,47%). In leggero rialzo il Dax (+0,17%). Poco sotto la parità invece Cac40 (-0,02%) e Ftse 100 (-0,07%)
Sul Forex il dollaro scende al minimo di ottobre nei confronti di un paniere di valute a causa dell’incertezza che ruota attorno al piano di riforma fiscale del presidente Usa Trump. L’euro è sostenuto dalle attese che la Bce possa annunciare una riduzione del suo programma di acquisto titoli al prossimo meeting del 26 ottobre.
Tra le materie prime il contratto WTI sul petrolio cala a quota $50,7 al barile. L’Opec ha stimato che in settembre, l’output dei paesi membri è cresciuto di 90.000 barili al giorno. L’Eia si è espressa scettica riguardo a una possibile crescita della domanda, riducendola a 1,58 mln di barili al giorno (-110.000 rispetto alla stima precedente).
Il giorno dopo la sospensione della dichiarazione dell’indipendenza decisa dalle autorità catalane, la Borsa di Madrid ha aperto gli scambi con un rialzo dell’1,5%. Le altre piazze finanziarie d’Europa sono più caute, con rialzi dello 0,10-0,15%.
A Piazza Affari si mettono in evidenza per ora Banco BPM, la galassia Agnelli (FCA, Exor), Buzzi Unicem e soprattutto Unipol (+1,26%), favorita dalla promozione di Mediobanca. In rosso Saipem, Tenaris, Ferragamo e Intesa Sanpaolo, titoli che cedono tutti più di un punto percentuale in avvio. Saipem paga le prese di beneficio dopo i rialzi di ieri e il declassamento a Hold da Buy deciso dagli analisti di Goldman Sachs.