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Wall Street mista, Nasdaq indietro. Vola petrolio

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NEW YORK (WSI) -Chiusura mista per la Borsa Usa che, dopo una partenza negativa, ha ripreso quota durante la seduta grazie al rimbalzo del petrolio. Resta indietro solo il Nasdaq, unico indice col segno meno.

Nel finale, il Dow cresce dello 0,40% a 17.073 punti, lo S&P 500 mette a segno un guadagno dello 0,09% mentre il Nasdaq perde lo 0,19% a 4.708 punti.

Il focus della settimana sara’ comunque sulla Banca centrale europea, che dovrebbe annunciare nuovi stimoli nel meeting del 10 marzo. Il fatto che le riserve di valute in Cina siano scese a febbraio per il quarto mese consecutivo non sembra preoccupare forse perche’ la contrazione e’ stata piu’ lenta del passato, segno che la recente stabilita’ sui mercati valutari ha messo meno pressione sulla banca centrale cinese affinche’ intervenisse pesantemente.

Intanto i prezzi del petrolio continuano la fase positiva iniziata a metà febbraio su prezzi che non sono sostenibili tuttavia alla lunga, visti i tanti venti contrari e fattori di rischio. Motivo per cui secondo alcuni esperti potrebbe essere giunto il momento di vendere.

L’atteso Congresso del partito al potere in Cina si è concluso con un nulla di fatto. Nel non annunciare un nuovo programma di rilancio dell’economia, Pechino ha confermato che il ciclo storico di riforme non sta avendo il successo sperato e che quindi potrebbe dover ricominciare da capo.

La soluzione della Cina è sempre la stessa, altri stimoli monetari. Ma questo sta peggiorando le cose ultimamente e non può più sostenere un forte tasso di crescita economica“, secondo quanto riferito a Bloomberg da Nicola Marinelli, gestore di fondi presso Pentalpha Capital a Londra.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio ad aprile hanno messo a segno un +5,5% a 37,9 dollari al barile. La materia prima e’ sulla strada giusta per mettere a segno la quarta settimana consecutiva in aumento. Sarebbe la striscia temporale piu’ lunga in positivo da 10 mesi.

La performance odierna permette di riportare in positivo il bilancio da inizio anno: nelle prime tre settimane di gennaio aveva ceduto oltre il 30% portandosi sui minimi del 2002. Gli investitori continuano a sperare in un congelamento della produzione da parte dei principali Paesi produttori e nel frattempo scommettono su una ripresa della domanda alla luce della tenuta dell’economia americana dimostrata venerdi’ scorso dall’ottimo rapporto sull’occupazione.

Oggi il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti ha spiegato che i prezzi attuali del barile forzano i produttori a congelare la loro produzione. Le sue parole arrivano in vista di un incontro che si terra’ a fine mese tra i Paesi membri e non dell’Opec per decidere proprio su quello.

L’oro scatta in avanti in attesa della riunione della Bce, che dovrebbe potenziare in durata e portata il programma di Quantitative Easing da 60 miliardi di euro di titoli acquistati al mese, nonché abbassare ulteriormente i tassi di deposito che attualmente sono fissati al -0,3%.

Nel suo ultimo report trimestrale la Banca centrale delle banche centrali, la Banca dei regolamenti internazionali con sede in Svizzera, ha avvertito che le politiche di tassi di interesse negativi pongono seri rischi per il settore finanziario.