Economia

FT: “Stabilità più importante di riforme, Renzi resti anche se vince No”

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Nuovo assist del Financial Times al premier Matteo Renzi: per il quotidiano finanziario britannico, Renzi dovrà rimanere in carica, anche in caso di vittoria del “NO” al referendum. E questo perchè, se esiste qualcosa di più importante delle riforme costituzionali, è la stabilità dell’Italia. Nel criticare apertamente il presidente del Consiglio per aver personalizzato il referendum costituzionale il Financial Times – lo stesso che pochi giorni fa ha lanciato l’alert sul fallimento di otto banche italiane in caso di vittoria del “NO”, si focalizza su quelli che potrebbero essere gli esiti del voto di domenica 4 dicembre, e ammette che, proprio per l’errore commesso da Renzi – quello di far dipendere il suo destino dal risultato referendario – “esiste una grande possibilità che gli elettori rigettino le sue proposte”.

Un tale scenario, secondo l’FT, “sarebbe troppo negativo per diverse ragioni”, in quanto il no alle riforme innescherebbe un periodo di instabilità politica che sia l’Italia che l’Europa intera, possono a mala pena permettersi di affrontare”.

La promessa che Renzi fece al momento della presentazione del referendum, mesi fa – in sostanza, ‘se perdo vado a casa’- viene definita dal quotidiano “una promessa sciocca”.

“Nessuno conosce quelle che potrebbero essere le conseguenze del NO. Ma l’Italia si trova in una fase delicata. Le banche italiane sono l’anello debole del sistema finanziario dell’Eurozona. MPS e UniCredit sono sul punto di lanciare operazioni di aumento di capitale. Un eventuale periodo di instabilità dei mercati, o un governo inefficace, metterebbe a rischio questo processo e ritarderebbe le riforme del settore”. La vittoria del fronte del NO, continua l’Ft,  “rafforzerebbe anche la posizione del M5S e della Lega Nord, due partiti anti-euro e populisti che guidano l’opposizione a Renzi. Ciò potrebbe far salire il rischio – già presente- di una presa del potere dei populisti nel governo italiano nel 2018. Il rischio maggiore, tuttavia, potrebbe essere rappresentato dai danni di lungo termine che derivererebbero (da una tale situazione). Renzi è un riformatore imperfetto, ma è anche colui che ha tentato di inaugurare un nuovo corso, indicando al mondo che l’Italia è pronta al cambiamento. E’ anche un leader europeo che parla inequivocabilmente a favore del libero commercio. Se il voto NO porrà fine al suo governo, altri politici giungeranno alla conclusione che tali politiche (processo di riforme) sono suicide in termini elettorali: pochi tenteranno di rilanciarle e l’Italia nel migliore dei casi sarà lasciata a governi tecnici ma non ambiziosi. In quel caso, gli investimenti scenderebbero e il declino agonizzante continuerebbe”.

Conclude l’FT:

“Questo è il motivo per cui Renzi dovrebbe rimanere al suo posto, anche in caso di rifiuto degli elettori alle sue riforme, con cui lui ha messo in gioco il suo futuro. Il suo primo compito dovrebbe essere di riuscire a trovare un consenso su una legge elettorale su cui si dovrebbero essere basate le elezioni del 2018. Pagherebbe un prezzo politico ma non sarebbe il primo politico a dover affrontare un imbarazzante tramonto. L’alternativa potrebbe essere quel tipo di vuoto politico a cui si è assistito nel Regno Unito dopo il voto per la Brexit. E ciò non può essere nel migliore interesse nell’Italia”.