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Fed e Grecia impongono cautela: come ridurre rischi in portafoglio

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NEW YORK (WSI) – La crescita economica degli Stati Uniti che batte la ritirata e le sorti incerte su futuro della Grecia impongono un atteggiamento più cauto nelle scelte di investimento. È il suggerimento degli analisti di AXA Investment Managers che, nel breve periodo, consigliano di tornare ad un’allocazione a breve termine neutrale.

“Il principale motivo è imputabile agli Stati Uniti, sia nel mercato azionario sia in quello obbligazionario”, scrivono gli esperti in una nota, specificando che “nel mercato azionario stiamo passando a una posizione sottopesata poiché il dollaro forte sta riducendo le proiezioni degli utili, ed il mercato registra valorizzazioni abbastanza costose”.

Considerazioni analoghe sono state riservate all’azionario cinese “Abbiamo ridotto a sottopesata anche la posizione in azioni cinesi (A-shares) dopo l’eccezionale rialzo”. Nonostante il rischio Greca, migliori prospettive sembrano invece offerte dalla zona euro considerata “da sovrappesare”.

Dal fronte obbligazionario, il gestore ha ridotto nel frattempo la posizione in Treasury da sovrappesata a neutrale poiché le prospettive di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve dovrebbero far salire il premio a termine. A questo proposito, gli analisti confermano che a livello globale le politiche monetarie molto probabilmente continueranno a seguire percorsi divergenti.

“Crediamo che la banca centrale americana si sentirà abbastanza “fiduciosa” da innalzare i tassi a settembre. Invece le banche centrali dei paesi emergenti, a partire dalla banca centrale cinese, continueranno con una politica accomodante. La Banca Centrale Europea continuerà ad acquistare titoli a un ritmo di 60 miliardi di euro al mese”.

Per quanto riguarda infine le stime di crescita del 2015, gli analisti di Axa hanno rivisto al ribasso dal 3,2% al 2,9% le nostre previsioni di crescita per gli Stati Uniti, mentre hanno rivisto al rialzo dall’1,3% all’1,5% le previsioni per l’Area Euro per via dell’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro. Per lo stesso motivo, le previsioni sull’inflazione nell’Eurozona sono passate da -0,7% a zero. (mt)