Economia

Fatturazione elettronica, oggi scatta l’obbligo anche per i forfettari. Cosa cambia

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Entra oggi in vigore l’obbligo della fatturazione elettronica anche per le partite Iva nel regime dei forfettari e dei vecchi minimi. Lo stabilisce il decreto Pnrr 2 (dl 36/2022), pubblicato nella Gazzetta ufficiale dello scorso 30 aprile. La misura fa parte della lista di provvedimenti presi dal Governo italiano contro l’evasione fiscale.

Chi dovrà passare alla fatturazione elettronica

Ma non tutti dovranno adeguarsi alla fatturazione elettronica, almeno nella fase uno. Dall’obbligo sono stati esclusi fino al 31 dicembre 2023 i contribuenti con ricavi/compensi che, nell’anno precedente, hanno conseguito ricavi o percepito compensi, non superiori a 25 mila euro. Per questi soggetti, l’obbligo di fatturazione elettronica tramite il Sistema di Interscambio scatterà infatti dal primo gennaio 2024.

Come spiegato dall’articolo 18 del decreto legge 30 aprile 2022, n. 36, “a partire dal 1° luglio 2022 per i soggetti che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi ovvero percepito compensi, ragguagliati ad anno, superiori a euro 25.000, e a partire dal 1° gennaio 2024 per i restanti soggetti”.

Se non si superano i 25 mila euro si potrà continuare dunque a fatturare come avvenuto finora. Se, invece, il tetto è stato superato, bisogna da subito attrezzarsi e prendere confidenza con il servizio Fatture e corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate o con un software, per consentire la generazione del file in Xml.

A conti fatti – spiega il Sole 24 Ore – su una platea complessiva che – considerando le aperture del 2021 e del primo trimestre 2022 – potrebbe aver già superato i 2 milioni di partite Iva (tra forfettari e minimi), la novità riguarderebbe nell’immediato circa 800 mila contribuenti.

Fatturazione elettronica: che cosa cambia

Le partite Iva interessate al nuovo provvedimento dovranno da ora in poi inviare le fatture elettroniche attraverso il Sistema di interscambio (Sdi). Questo vale anche per tutte le operazioni tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio italiano, ma che comprende anche i dati delle operazioni transfrontaliere.

L’obbligo di fatturazione elettronica scatterà non solo per i contribuenti in regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, legge 190/2014) ma anche per i soggetti passivi (associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore) che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione del regime speciale ai fini Iva delle imposte sui redditi, che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito dall’esercizio di attività commerciali proventi per un importo fino a 65 mila euro.

In base alla nuova legge, da oggi le uniche categorie che restano escluse dall’obbligo di fatturazione elettronica solo gli operatori definiti come “piccoli produttori agricoli” (art. 34, comma 6, del Dpr n. 633/1972), i quali erano già esonerati dall’emissione di fattura anche prima dell’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica.

Per chi non si adegua alle nuove regole sono previste sanzioni che vanno dal 5% al 10% dei corrispettivi non documentati o registrati; e da 250 euro a 2 mila euro se la violazione non rileva ai fini della determinazione del reddito.

Sanzioni: salvagente nei primi mesi

Per le partite Iva per cui l’obbligo parte dal 1° luglio 2022 è stato previsto un temporaneo salvagente sulle sanzioni. In pratica, per il terzo trimestre dell’anno (ossia luglio, agosto e settembre) la fattura potrà essere emessa entro il mese successivo dall’effettuazione dell’operazione: sia essa una vendita di beni o una prestazione di servizi. Poi, a regime, la fattura andrà emessa entro il dodicesimo giorno successivo a quello dell’operazione.