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Eurozona: economia in ripresa ma ancora grossi rischi al ribasso

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BRUXELLES (WSI) – L’eurozona è in continua ripresa ma il ritmo è ancora moderato e vi sono rischi al ribasso. A prevederlo l’Eurozone Economic Outlook, diffuso dall’Ifo, l’istituto tedesco, l’Insee francese e dall’Istat, l’istituto nazionale di statistica italiano.

Nel 2015 secondo quanto si legge nel documento il PIL è in aumento dell’1,5% e dello 0,4% nel 2016. La principale componente della crescita è rappresentata dai consumi privati che sono oggi sostenuti dalla caduta del prezzo del petrolio e dell’incremento dei redditi da lavori che trainano i consumi delle famiglie. Nell’orizzonte di previsione infatti, la domanda interna “sarà sostenuta sia dai consumi privati che da quelli pubblici, “costituendo il principale fattore di crescita dell’attività economica”. Effetto positivo per i consumi pubblici derivano dalle politiche fiscali e sociali di alcuni Stati membri, in primis la Germania.

“Le favorevoli condizioni di accesso al credito, unitamente all’incremento del grado di utilizzo degli impianti, costituiranno un incentivo alla ripresa degli investimenti nei primi due trimestri del 2016″.

E la produzione industriale? Dopo la ripresa tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ha perso vigore nell’estate del 2015 quando si  è espansa dello 0,1% nel terzo trimestre dopo la contrazione dello 0,1% nel secondo. Un andamento che ha ampliato l’incertezza tra gli operatori economici ma tuttavia – come si legge nell’Eurozone Economic Outlook diffuso da Ifo, Insee e Istat, “i recenti miglioramenti delle indagini sulle imprese suggeriscono un’accelerazione della produzione industriale nel primo e secondo trimestre 2016”. Nel complesso, la produzione industriale è prevista accelerare a 0,3% nel quarto trimestre 2015 e a 0,4% nel primo e secondo trimestre 2016.

In merito al capitolo inflazione, il documento redatto da Istat, Insee e Ifo indica una lenta accelerazione. Nel 2015 la discesa dei beni energetici contribuirà a determinare la stazionarietà dei prezzi al consumo in media d’anno. Ipotizzando un prezzo del petrolio fisso a 35 dollari per barile e la stabilizzazione del tasso di cambio con il dollaro a 1,08 dollari per euro, i prezzi al consumo risulteranno influenzati prevalentemente da fattori interni, aumentando gradualmente nell’orizzonte di previsione: +0,5% nel primo trimestre e +0,4% nel secondo trimestre 2016.

Tuttavia i rischi al ribasso ci sono, avverte il documento e derivano dalle recenti tensioni geopolitiche, come il conflitto mediorientale che “porterebbe sia a un ampliamento dell’incertezza degli operatori economici sia a una marcata ripresa del prezzo del petrolio”.