Si avvicina il 15 marzo, giorno in cui gli elettori olandesi saranno chiamati a eleggere i 150 rappresentanti della seconda camera del Paese a cui spetta il compito di nominare il prossimo esecutivo. Sondaggi a parte, una figura di spicco esce da questa tornata elettorale nei paesi bassi ed è quello di Geert Wilders, capo del partito delle Libertà (PVV).
Anti euro, anti Islam, populista e amante di Twitter da cui lancia le sue provocazioni, Wilders sfida l’attuale primo ministro Mark Rutte in un testa a testa ed è diventato dentro e fuori il vecchio Continente un esempio per molti altri populisti, da Matteo Salvini in Italia al presidente Donald Trump.
Ciò che fa Wilders è cavalcare l’onda del malcontento in una nazione che è sempre stata riconosciuta come relativamente ricca , con un buon equilibrio vita e lavoro, alto tasso di occupazione. L’Olanda, il paese dei tulipani e dei mulini a vento, è entrata di diritto nel club delle nazioni sviluppate.
Le origini del malcontento in Olanda
Eppure qualcosa deve essere andato storto visto che ben presto è cresciuto il malcontento generale. A guardare bene i dati la qualità dei posti di lavoro appare in lento declino, con un aumento molto forte dei lavori temporanei e di quelli autonomi , a cui si aggiunge la recente performance non certo brillante dell’economia olandese che dopo quasi otto anni, è riuscita ad accelerare solo nella seconda metà del 2016.
Certo gli olandesi non si confrontano con i greci ma con loro stessi dieci anni fa, come ha sottolineato dalle pagine del Financial Times, il professor Cas Mudde. Problemi a cui si sommano quelli che oggi incontrano le aziende olandesi che trovano difficoltà nellaccesso al credito circa il 12%, il tasso più alto nella zona euro, escludendo la Grecia. Disparità poi si riscontrano a livello regionale con la disoccupazione ad esempio che tocca oltre il 9 per cento della regione di Groningeng , al confine Nord che potrebbe diventare una roccaforte per mr Wilders.
Il Pvv riceve molto sostegno nel sud cattolico dei Paesi Bassi, soprattutto nella provincia del Limburgo, e nelle aree di confine più povere del Paese e il suo elettorato si compone soprattutto di uomini, spesso con grado di istruzione medio-basso, preoccupati dall’immigrazione e delusi dalle élite politiche.
L’agenda politica di Wilders
Proprio l’immigrazione e la lotta all’Islam per la libertà del popolo olandese sono i cavalli di battaglia dell’angelo biondo, così è stato ribattezzato Wilders per via della sua altezza e suoi capelli tinto di biondo.
Nella sua agenda politica, l’uscita dall’Ue – Sono contro l’Unione Europea, ma in favore dell’Europa– la messa al bando del Corano – E’ un libro fascista che incita la violenza, per questo, come per il Mein Kampf di Hitler, deve essere bandito- fino allo stop all’immigrazione dai paesi musulmani e la chiusura delle scuole religiose ad ispirazione islamica.