Società

Elezioni Francia: Europa, vietato galleggiare

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Con l’avvento della globalizzazione, la sinistra o la destra o addirittura il centro, non hanno più senso. Da tempo vado dicendo che esistono soltanto  i problemi e le soluzioni – certamente dal 1989, con il crollo del Muro di Berlino, quando i vecchi ed obsoleti partiti comunisti decisero subito dopo di cambiare nome, come se questo sarebbe bastato a cambiare la loro storia, farla dimenticare, costruita sulla illusione di un mondo che non esiste e mai sarebbe esistito.

Oggi, per dirla in breve, esistono i nazionalismi o per dire meglio gli egoismi nazionali e l’Europa.

Con l’elezione di Emmanuel Macron in Francia, oggi si scrive la storia, una storia nuova che l’Europa aspettava da molto tempo, ahimè senza neanche saperlo.

Questa Europa che tutti abbiamo imparato a conoscere, non senza qualche bizantinismo di troppo che, per definizione sappiamo appartenere al mondo della politica, che attraverso un eccesso di formalità e sottigliezze sembra aver complicato la vita di tutti noi.

Oggi si cambia, volenti o nolenti!

Questa elezione ha dimostrato che la sfida ha riguardato la paura e la speranza ed ha vinto quest’ultima, almeno provvisoriamente nella misura in cui potrà rappresentare un importante punto si svolta per l’Europa.

Una Europa capace di distinguere le spese correnti degli Stati da quelle necessarie per taluni investimenti riguardanti le infrastrutture (porti, aeroporti, sistemi di trasporto stradale e ferroviario, sicurezza del territorio, lotta al terrorismo e infine, il problema dei problemi la gestione di un fenomeno epocale come quello della immigrazione etc.), concedendo la necessaria flessibilità sui conti pubblici, sarà il migliore degli inizi possibili per questo nuovo percorso delineato dall’elezione francese.

Gli italiani, più di tutti, hanno compreso e possono apprezzare quest’esito elettorale perché da qualche anno hanno abbandonato la paura, maturando una grande speranza che un giovane alla Macron ha saputo infondere.

In Italia, c’è il popolo del SI, quello del 41% che rimane convinto che solo le riforme di uno status quo ormai tramontato nei fatti e intollerabile sotto il profilo della spesa pubblica, potranno scrivere il futuro.

Oggi, con forze nuove alla guida di Paesi fondatori non possiamo assistere ad una politica vecchia, quella del tirare a campare.

Oggi servono riforme in grado di leggere la realtà, non solo economica, con una luce nuova, la vecchia politica non basta più.

Viva l’Europa, anche questa Europa che giustamente, non piace a tutti e va corretta.

Cambiare per non soccombere, vietato galleggiare.