Nel suo ultimo report settimanale di mercato Albert Edwards, popolare analista ribassista di Societe Generale, spiega come mai secondo lui la situazione attuale è probabilmente persino peggiore di quella 2008. Nell’analisi viene citato un paradosso molto peculiare, per il quale più la Federal Reserve alza i tassi, più i mercati salgono.
Quello che sta accadendo sui mercati è che i trader escono dall’obbligazionario alleggerendo le loro posizioni nell’universo dei Bond per entrare nell’azionario, “avvelenando così i mercati”. L’allarme fa eco a quello lanciato ieri da Bank of America, secondo cui le banche centrali hanno manomesso la volatilità e gli stessi mercati finanziari nel periodo a cavallo tra il 2013 e il 2014.

Edwards dice che le banche centrali erano “così impaurite dopo l’estate del 2013 del taper tantrum, che per rassicurare i mercati finanziari sono andate fuori copione. Le misure di politica monetaria più aggressive di Fed, Bce e Banca d’Inghilterra sono state tutte percepite come strette “morbide” e pertanto hanno alimentato ulteriormente gli acquisti sui mercati finanziari”.
“Le autorità monetarie temono talmente tanto lo scoppio delle bolle di asset finanziari che loro stesse hanno creato – osserva cinicamente Edwards – che quello che potrebbe essere positivo per l’economia è sottomesso alle necessità e i bisogni di Wall Street”.
Mostrando il grafico sottostante l’analista spiega i motivi per cui “la situazione attuale è persino peggiore di quella che ha portato alla crisi del 2008. Almeno allora i rialzi dei tassi di interesse non hanno portato a un allentarsi delle condizioni finanziari come invece succede oggi. La volontà da parte della Fed di placare il nervosismo dei mercati ha ridicolizzato il ciclo di strette monetarie”.
