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Draghi delude: sui mercati torna fame di liquidità

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Situazione molto chiara sui mercati dopo la conferenza stampa di Draghi, presidente della BCE, il quale ha deciso di mantenere i tassi di riferimento per il sistema interbancario a 0.50% ma soprattutto, e questa è la chiave di lettura corretta a nostro parere, ha dichiarato che portare i tassi di deposito sotto lo zero potrebbe produrre effetti distorsivi sul mercato del credito.

La spada di Damocle si è staccata ieri pomeriggio dopo queste parole andando a tagliare le corde del rischio, soprattutto in Europa. Le borse sono state vendute in maniera veemente, andando a chiudere in territorio negativo in tutti i Paesi, con le borse americane che hanno seguito i movimenti ma che sono riuscite a recuperare, creando però nuovi minimi di periodo senza andare tuttavia ad approfondire sotto i supporti di medio, il che ci mostra come esista un disallineamento sul medio periodo tra le borse americane e quelle europee, dove le prime stanno godendo di condizioni migliori che sono state in grado di portare i prezzi sui massimi visti.

Sul valutario abbiamo assistito a forti vendite di dollari americani, in linea con le correlazioni che stiamo cominciando a studiare, con un’ottima ripresa anche dello yen, che ci conferma il quadro di risk off andatosi a creare. Se completiamo la view guardando agli obbligazionari, abbiamo avuto degli spread sopra 280 punti base tra BTP italiano e Bund Tedesco e di oltre 300 punti tra i titoli spagnoli ed il benchmark tedesco.

Il fatto che non vi sia intenzione né di iniettare liquidità nell’economia europea da parte della BCE (economia prevista in rallentamento sul 2013 a -0.6% ed in crescita per il 204 a +1.1%), né di portare i tassi sui depositi che le banche commerciali possono decidere di effettuare overnight sull’istituto di Francoforte sotto lo zero, ha fatto capire come sia le condizioni di liquidità reali che di circolazione di liquidità all’interno del circuito interbancario non miglioreranno, e anche il più puritano degli analisti dovrà convenire con noi che, a queste condizioni di congelamento del credito, sarà difficile uscire da questa situazione di empasse.

Le banche non saranno incentivate a prestarsi denaro e quindi tutto rimarrà presumibilmente così, senza dunque creare condizioni reali affinchè si riesca a trasferire liquidità all’economia reale.

L’Europa è come un prato pieno di semi. Senza acqua, sarà dura far nascere qualcosa. Ebbene, quell’acqua è rappresentata dalla liquidità che rappresenta, in questo momento, il fine ultimo di una banca centrale che deve soltanto svolgere il suo compito: fornire la liquidità necessaria affinchè le potenzialità inespresse dell’industria vengano sfruttate (il che significa permettere di produrre alle aziende e di acquistare ai consumatori).

Oggi sarà un’altra giornata interessante, dove verranno pubblicati i dati sui Non Farm Payrolls americani (attese 168k vs precedente di 165k – lo seguiremo insieme nella nostra Live Trading Room) che potrebbero portare molta volatilità sui mercati e mostrare delle reazioni pro dollaro in caso di release positiva e contro dollaro in caso di un numero minore di nuovi posti di lavoro creati rispetto alle aspettative.

Passiamo ora a valutare i quadri tecnici che si sono creati dopo i fortissimi aumenti di volatilità visti ieri e raccomandiamo molta prudenza nell’operare a causa dei nuovi potenziali strappi di mercato.

EurUsd

Euro che ha raggiunto 1.3300 prima di ripiegare sopra quello che sembra essere il supporto di breve più importante, ossia 1.3225. Quest’area, dove passa anche la media a 21 oraria, potrebbe rappresentare un buon supporto per pensare ad acquisti di moneta unica europea, tenendo conto che un ritorno sotto 1.3190 potrebbe portare ad accelerazioni verso la figura. Un superamento dei massimi della notte potrebbe invece riportare verso 1.3300, la cui rottura definitiva potrebbe essere valutata sopra 1.3330.

UsdJpy

Buona la rottura a ribasso ipotizzata ieri su UsdJpy, che ha esteso fin’oltre 96.00 durante la notte, dopo che dal Giappone sono arrivate dichiarazioni circa la non volontà di intervenire sui mercati per indebolire lo yen. Anche lo Speculativ Sentiment Index, come visto ieri sul dollaro australiano, ha fornito delle ottime indicazioni ribassiste (ci trovavamo a 2.95 sul lato long) ed ora ci troviamo sotto la media a 21 oraria e sotto i punti precedenti, passanti intorno a 97.50. Tutta questa potrebbe essere un’area dove pensare a nuovi acquisti di yen, tenendo presente che un superamento rialzista di 97.85 potrebbe portare a tentativi di ritorno verso la resistenza più importante passante a 98.75.

EurJpy

Buone le aree di vendita individuate con l’EurJpy che ha approfondito ben’oltre il primo target individuato. Ci troviamo con un’impostazione simile a quella del papà UsdJpy oggi, con 129.50 a fare da ultimo livello di potenziale vendita e con 130.50 il potenziale target difensivo in caso di superamento delle resistenze.

GbpUsd

Dopo la rottura rialzista andata a target ieri mattina, la sterlina inglese è riuscita a sfiorare quota 1.5700 sulla scia delle forti vendite di dollaro americano che si sono susseguite ieri pomeriggio. Siamo ora, come sull’euro, sopra la media a 21, con 1.5560 a fare da supporto di breve, con 1.5525 potenziale livello di inversione dei prezzi.

AudUsd

Forte discesa dell’australiano, dopo il recupero visto ieri insieme alla salita di euro, sterlina e yen giapponese. La situazione tecnica appare confusa, seguiremo perciò eventuali avvicinamenti ai minimi, tenendo conto dell’esposizione dei trader retail, che se dovesse incrementarsi sul lato lungo di mercato potrebbe dare indicazioni contrarian importanti, oppure l’arrivo a 0.9550, dove potremo valutare vendite in caso di stocastico in ipercomprato oppure valutare rotture oltre 0.9580 (strategia difensiva anche in caso di vendita).

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