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Trump choc: “La tortura funziona”. E potrebbe riaprire prigioni CIA

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WASHINGTON (WSI) – Dopo il ritiro dal TTP e la realizzazione del muro ai confini con il Messico, la nuova amministrazione a stelle e strisce guidata dal neo presidente Donald Trump continua a destare scalpore.

Questa volta il nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe dare nuovamente l’autorizzazione all’agenzia pratiche di interrogatorio ad utilizzare il waterboarding, la tecnica che consiste nel mettere la testa dell’interrogato in acqua finchè non parla. Una pratica che è stata assimilata alla tortura e che il suo predecessore Barack Obama vietò nel 2009.

Lo stesso Trump, nel corso della sua prima intervista all’Abc dopo l’insediamento ufficiale alla Casa Bianca, ha spiegato di essersi consultato con persone al più alto livello dell’intelligence proprio sulla pratica del waterboarding, che Trump ha ripescato in riferimento all’Isis.

“Ho chiesto loro: Funziona? La tortura funziona? E la risposta è stata: Sì, assolutamente. (..) Quando l’Isis fa cose di cui non si sente parlare sin dal Medioevo, mi sento fortificato circa il waterboarding. Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”.

In ogni caso la decisione, come ha ammesso lo stesso Trump, verrà lasciata al capo della Cia Mike Pompeo e al segretario di Difesa americana James Mattis:

“Se non vogliono farlo, va bene, lavorerò in questa direzione. Voglio che tutto sia nei limiti di quello che possiamo fare, se è legale”.

Rumor su apertura prigioni gestite dalla Cia

Intanto spunta come rende noto il Washington Post una bozza di un ordine esecutivo che avrebbe preparato lo staff del presidente, intitolata “Detenzione e interrogatori dei nemici combattenti” che sarebbe una formula creata ad hoc dall’ex amministrazione Bush per qualificare tutti i prigionieri di Guantanamo per non riconoscere loro i diritti di prigionieri di guerra previsti dalla Convenzione di Ginevra.

Nel testo si sottolinea come gli Usa nell’ambito della lotta al terrorismo si siano astenuti “dall’esercitare alcune autorità fondamentali per la propria difesa, compreso uno stop a tutti gli interrogatori segreti da parte della Cia”.  Si chiede quindi di presentare al presidente “raccomandazioni sulla necessità o meno di ripristinare un programma relativo a terroristi di primo piano che possa essere condotto fuori dagli Stati Uniti, e se questo programma debba includere anche l’uso di carceri gestite dalla Cia“.

“Non è un documento della Casa Bianca”, ha annunciato però il portavoce di Trump Sean Spicer.

“Non sono certo da dove sia saltato fuori, ma non è nostro. Non potrei essere più chiaro di così su questo”.