L’opposizione parla già di bocciatura impietosa o clamorosa dei piani del governo italiano su Pil e conti pubblici. E così è nuova bufera – politica, ma non solo – sulle stime snocciolate dall’esecutivo sulla crescita dell’economia italiana nel 2017.
Di fatto, di bocciature ce ne sono state, e sono arrivate nelle ultime ore sia dal vicedirettore generale di Bankitalia, Federico Signorini, nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, sia dallo stesso Ufficio Parlamentare del Bilancio (Upb).
Così Signorini, sulle previsioni del governo contenute nel Def che parlano di una crescita del Pil italiano dell’1%, l’anno prossimo:
“Nello scenario programmatico per il 2017, la dinamica del prodotto è significativamente maggiore di quella del quadro tendenziale. L’obiettivo è ambizioso“. In più, “la previsione è basata su una composizione della manovra sulla quale la Nota (Nota di Aggiornamento al Def) non fornisce informazioni di dettaglio. Per conseguire il risultato la prossima legge di bilancio dovrà essere definita con grande cura“.
Ancora:
“È indispensabile proseguire con sempre maggiore determinazione” sulla strada della spending review, “se si vogliono tenere i conti pubblici sotto controllo, senza contare soltanto sul livello oggi eccezionalmente basso dei tassi di interesse e senza comprimere gli investimenti, il cui rilancio è invece necessario per la crescita”.
A far nascere il sospetto che il governo Renzi abbia gonfiato le stime di crescita è anche l’Ufficio parlamentare di bilancio, Upb che, riferendosi anche in questo caso ai numeri contenuti nella “Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), parla di “eccesso di ottimismo”. Così, nell’analizzare le ultime stime dell’esecutivo, commenta il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro.
L’analisi effettuata dall’Upb, a suo avviso, conduce “a un esito non positivo del processo di validazione del quadro programmatico 2017 e, in particolare, delle stime di crescita del Pil per il prossimo anno, sia in termini reali che nominali. Stime, che appaiono contrassegnate da un eccesso di ottimismo”.
E a Il Fatto Quotidiano viene il sospetto che Renzi stia gonfiando con Padoan & Co le stime sulla crescita dell’economia:
“In sostanza, i conti messi nero su bianco da Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi sono inventati: il Bilancio dello Stato per il 2017 è scritto sulla sabbia. Il movente è semplice: potersi permettere una manovra d’autunno con cui supportare la campagna referendaria. Il bluff, se tutto va bene, verrà scoperto solo dopo il 4 dicembre, l’unico orizzonte conosciuto a Palazzo Chigi. Una bocciatura così netta dell’Upb è peraltro un’assoluta novità dacché esiste l’Ufficio (2012)”.
Il Fatto si riferisce in modo particolare alla bocciatura dello scenario “programmatico”, quello che modifica le previsioni a seconda delle scelte di politica economica a cui il governo intende dare corso.
“È questo secondo scenario che l’Upb ha bocciato perché, in sostanza, Padoan e Renzi si sono inventati uno 0,4% di crescita in più per il 2017 senza alcun motivo valido. Lo scenario tendenziale del governo per l’anno prossimo prevede, infatti, il deficit al 2% e la crescita del Pil allo 0,6% (le fantasiose stime precedenti erano: 1,8% e +1,4%). L’Upb lo aveva promosso con qualche perplessità: a Bruxelles, ad esempio, ritengono che quel 2% di disavanzo pubblico già così sia una presa in giro. Solo che poi, al momento della pubblicazione della Nota di aggiornamento, arriva il magico “scenario programmatico”: il governo annuncia di volersi prendere un ulteriore 0,4% di deficit per “eventi eccezionali” (migranti e terremoto) e questo, secondo Padoan e soci, fa salire la crescita di un altro 0,4% portandola all’1% complessivo. Ovviamente più sale il Prodotto interno lordo e più facile è tenere sotto controllo deficit e debito, che vengono misurati proprio in rapporto al Pil. Peggio ancora, peraltro, il governo fa per le stime degli anni 2018 e 2019: “Significativamente fuori linea”, le definisce Pisauro.”
Opposizioni all’attacco, Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, che scrive in una nota:
“De profundis per Renzi e Padoan oggi in Parlamento. Le audizioni alla Nota di aggiornamento del Def, e in particolare quelle di Banca d’Italia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), hanno svelato tutti gli imbrogli del governo, le bugie di premier e ministro e i conti truccati. Siamo di fronte ad un caso bello e buono di falso in bilancio. Gravissimo. Proprio per questo l’Upb non ha convalidato il quadro programmatico contenuto nella Nota. Il governo prevede un tasso di crescita del Pil dell’1% nel 2017 non giustificata da nessun istituto di previsione. Non solo: nessuna strategia di politica economica emerge dal documento del governo. Quanto ancora Renzi e Padoan pensano di andare avanti con bugie e imbrogli?”.
E ancora:
“L’Italia è sul baratro e il duo Pinocchio mente sapendo di mentire. Chiediamo con urgenza la revisione della Nota di aggiornamento del Def secondo le indicazioni emerse dalle audizioni di oggi e chiarimenti precisi da parte dell’esecutivo”.
Alla carica anche il M5S, con il commento dei deputati M5S della Commissione Bilancio riguardo all’audizione del presidente, Giuseppe Pisauro:
“La bocciatura della Nota di aggiornamento al Def da parte dell’Ufficio parlamentare di Bilancio è tanto clamorosa quanto scontata. Anche noi sottolineiamo da tempo che le stime di crescita sono gonfiate, che le privatizzazioni sono un flop clamoroso e non servono assolutamente a ridurre il debito, che le clausole di salvaguardia restano una spada di Damocle pesantissima, che le risorse allocate alla voce investimenti, risorse figlie della flessibilità concessa dalla Ue l’anno scorso, in realtà sono avvolte nella nebbia e non sono nemmeno scritte nella Nota. Sul Pil tendenziale di quest’anno l’Upb valida tra l’altro una crescita di un decimo inferiore rispetto al governo e quest’ultimo dovrà adeguarsi per evitare una figuraccia incredibile nei confronti dei tecnici di cui il Parlamento si è dotato. Senza le grandi linee della manovra l’Ufficio parlamentare di bilancio non può dare nemmeno un parere compiuto. La Nota di aggiornamento al Def è un gruviera pieno di buchi, un castello di numeri che verrà spazzato via alle prime folate di recessione già all’orizzonte. Le scelte di politica economica del governo sono totalmente fallimentari e i conti sono falsi. Noi lo diciamo da tempo – concludono i deputati M5S – e ora l’Upb lo certifica, sbugiardando il governo in modo impietoso”.
Poche ore prima era stato lo stesso Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo a L’aria che tira, su La7, a invitare alla cautela il Ministero dell’economia e delle finanze:
“Quando si tratta di conti pubblici, dei conti degli italiani, sarebbe opportuno essere sempre prudenti e diffidare sempre dagli ottimisti a prescindere. I dati definitivi del II trimestre attestano una crescita 0,2, su base annua 0,7, siamo purtroppo sotto le previsioni fatte l’anno scorso. Occupiamoci con serietà del 2017 la cui crescita nel Def presentato in primavera era stimata all’1,4% e corretta ora all’1%. Ho la sensazione che al Mef vedano sempre e comunque il bicchiere mezzo pieno: in realtà a chi si occupa di denaro pubblico è chiesta la massima competenza e la massima trasparenza”.