Economia

Lockdown totale, per fondazione Gimbe serve in alcune aree del Paese

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Coronavirus, per fondazione Gimbe serve lockdown totale in alcune aree

L’impennata dei nuovi casi e dei ricoveri in terapia intensiva registrati nell’ultima settimana impongono misure straordinarie per limitare i contagi. E’ quanto affermato dalla fondazione Gimbe nel suo report settimanale.

«I dati dell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi.
In alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali».

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, la fondazione Gimbe ha registrato le seguenti variazioni:

Decessi: 955 (+108,1%)
Terapia intensiva: +541 (+62,2%)
Ricoverati con sintomi: +5.501 (+65,1%)
Nuovi casi: 130.329 (+88,9%)
Casi attualmente positivi: +112.351 (+78,7%)
Casi testati +91.641 (+14,5%)
Tamponi totali: +147.423 (+14,4%)

Secondo Enrico Bucci, professore aggiunto SHRO, Temple University «mantenendo questi trend di crescita, all’8 novembre si stimano 31.400 ricoverati con sintomi e 3.310 in terapia intensiva; numeri che potrebbero ridursi per l’eccesso di letalità da sovraccarico ospedaliero».

Infatti, superando il limite del 30% dei posti letto occupati da pazienti COVID-19, dopo la cancellazione di interventi chirurgici programmati e prestazioni sanitarie differibili, si assisterà inevitabilmente all’incremento della mortalità, non solo COVID-19 correlata.

«Vero è – continua Cartabellotta – che sono state introdotte progressive restrizioni da parte di Governo e Regioni, ma il loro effetto sulla flessione della curva dei contagi sarà minimo, sia perché le misure non sono state “tarate” su modelli predittivi a 2 settimane, sia perché le blande misure dei primi due Dpcm sono già state neutralizzate dalla crescita esponenziale della curva epidemica».

L’impatto dell’introduzione di differenti misure di contenimento sul valore di Rt è oggetto di un recente studio – pubblicato su Lancet Infectious Diseases da ricercatori dell’Università di Edimburgo – che ha analizzato dati da 131 Paesi.

«In relazione ai risultati ottenuti dall’introduzione di ciascuna misura di contenimento – spiega Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – è stata stimata l’efficacia sul valore di Rt di quattro possibili gruppi di interventi a 7, 14 e 28 giorni.
Se da un lato gli effetti dipendono dal numero e dalla tipologia di restrizioni, dall’altro non sono affatto immediati. Infatti, per dimezzare il valore di Rt servono 28 giorni di lockdown totale, tempi che in Italia potrebbero dilatarsi ulteriormente per il ritardo sempre maggiore nella notifica dei casi».