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Cina: prima mossa vincente per eliminare il dollaro

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ROMA (WSI) – La lente di ingrandimento che negli ultimi giorni, e dunque nelle ultime analisi, abbiamo posto sul ruolo e sulla dinamica del dollaro americano si sta rilevando ben posizionata in quanto continuiamo ad intravedere delle logiche correlative sensate che individuano vaghe dinamiche di risk on e risk off con protagonista il biglietto verde, venduto con Borse all’insù nel primo caso, e comprato con listini azionari in pressione nel secondo. Prematuro dunque dipingere un quadro organico da questo punto di vista, ma il warning va quanto meno lanciato.

Yellen ancora protagonista

Il neogovernatore della FED Janet Yellen, come peraltro impone il calendario istituzionale, continua ad essere molto attiva da un punto di vista comunicativo. Ieri ha infatti tenuto un’altra audizione di fronte al Senate banking Committe nella quale, in primo luogo, ha attestato la pochezza di alcuni recenti dati dai principali indicatori macroeconomici i quali avrebbero palesato un rallentamento della spesa, con la parziale scusante però della storica ondata di gelo e maltempo verificatasi quest’anno in vaste aree degli Stati Uniti. Ha dunque riaffermato che il Board dell’istituto centrale continuerà a monitorare con attenzione l’andamento degli indicatori economici, prima di introdurre i temi core: disoccupazione, inflazione e tapering. Forte è stato infatti il focus sul fronte lavoro, nel momento in cui il governatore Fed ha ribadito che l’ormai famigerato thresold del 6,5% non può essere ritenuto soddisfacente nel medio periodo in quanto è assolutamente necessario ripristinare quanto prima la piena occupazione, compito che naturalmente coinvolge e compete all’azione di Governo. Circa il secondo punto, Yellen ha evidenziato come il target del 2% di inflazione sia verosimile a partire essenzialmente dal 2015 e che il suo livello ancora molto ridotto e con aspettative ancora tendenti ai livelli attuali in realtà rafforzino le attese circa un buon miglioramento sul fronte occupazionale. Sul terzo punto, quello senza dubbio più imminente, e cioè il tapering, Yellen ha confermato la linea della continuità rispetto alla politica monetaria dell’era Bernanke, di cui peraltro, e lo ha apertamente dichiarato, lei è stata attiva partecipe e promotrice.

Il tapering, cioè la progressiva dismissione del Quantitative Easing 3, dovrebbe perciò continuare al ritmo attuale di 10 miliardi a meeting, mentre i tassi di interesse rimarranno bassi anche dopo che il tapering sarà completato e dunque il QE terminato. I contenuti, sopra brevemente descritti, hanno avuto un impatto significativo sulle Borse per la verità, in misura ben più consistente che sul dollaro americano. Quest’ultimo è infatti, dopo gli ampi guadagni visti mercoledì e alla prime ore del mattino di ieri, è ieri sceso in maniera consistente salvo poi congestionarsi con lo sviluppo della sessione americana di trading per lasciare spazio ai rialzi dei listini azionari che invece hanno proseguito nella loro ascesa fino alla chiusura ufficiale delle contrattazioni ufficiali sulle piazze d’oltreoceano. Riaffermata dunque, ancora, la strutturale debolezza di dollaro la quale naturalmente non è compensativa della forza dei listini che si sono avvicinati ai punti di massimo e che potrebbero vivere nuove ore di rafforzamento su quelle che ancora una volta sono state delle buone “rassicurazioni” affinchè il pricing delle azioni possa rimanere bullish da parte del più importante policy maker al mondo.

Ma veniamo all’Europa

L’euro è duro a morire, si sa. Anzi vive e gode di ottima salute. Le buone vendite che lo hanno caratterizzato negli ultimi due giorni sono andate ancora una volta svilendosi sui supporti tecnici più importanti e, contro dollaro americano, si è riportato “tranquillamente” in area 1,37. Le motivazioni del perché, imperterrito, venga comprato ormai ci sono note e abbiamo speso fiumi e fiumi di parole in questo senso.

Ieri Mario Draghi, in un discorso alla Bundesbank di Francoforte, ha dichiarato che l’Eurozona non si trova in deflazione (l’analisi dei singoli paesi ci fa invece cambiare un po’ prospettiva) ma solamente in un prolungato periodo di bassa inflazione che può comunque essere preoccupante (e ci crediamo!) al fine di apportare i meccanismo di aggiustamento strutturale. Pur provando inizialmente a nascondersi dietro il fatto che la bassa crescita dei prezzi sia in parte legata agli sviluppi del mercato dell’energia, il Governatore BCE ha poi detto a chiare lettere che è la debolezza della domanda il vero problema e facciamo fatica a dargli torto, se pensiamo ai livelli di disoccupazione “dichiarata” della Spagna al 26% e della Grecia oltre il 40% tanto per citare i due esempi. Modificare lo statuto e preoccuparsi non solo della stabilità dei prezzi ma anche della crescita, agendo da vera banca centrale magari? Un’idea, sterile ovviamente.

Flash su oggi

Oggi, ed è piuttosto strano vista la release di lunedì, avremo una nuova pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al consumo nell’Eurozona nella quale sono attese conferme al livello di 0,8%. L’evento di oggi potrebbe però avere un peso maggiore visto l’imminente meeting della Banca Centrale Europea di giovedì prossimo che molti danno come foriero di possibili novità sul fronte tassi, per cui potrebbe acuirsi la volatilità sul cambio eurodollaro e su altri cross euro. Focus anche sul dollaro canadese con i dati sul Pil del Canada alle 14.30, dato che potrebbe interrompere la congestione che caratterizza ad esempio il cambio Usdcad, e sulla veloce sequenza che vede l’Indice di Fiducia del Michigan alle 15.55 e le Abitazioni in vendita negli Stati Uniti alle 16. Consideriamo in ultimo che ci troviamo in un venerdì di chiusura settimanale e mensile, con possibili perciò logiche di prese di profitto e meccanismi di ricopertura in particolare su quegli strumenti che hanno fatto registrare di recente ampie escursioni di prezzo.

QUADRO TECNICO

EurUsd: grande conferma è arrivata dal punto di vista della valenza del supporto di area 1,3650 che ha favorito ampi rimbalzi fino all’area di resistenza, di simile importanza, compresa tra 1,3720 e 1,3730. Il daily, con formazione di pin candle di test del supporto e della media mobile esponenziale a 21 periodi, suggerirebbe un forte segnale long che potrebbe dunque sfociare in tentativi di superamento dell’area sopracitata per rivedere le aree di massimo relativo a 1,3775. Da valutare dunque attentamente l’avvicinamento alla zona di resistenza, sfruttabile in ottica di vendita visto il potenziale buon rapporto rischio/rendimento verso l’1,3690.

UsdJpy: osservando il grafico giornaliero, si può ribadire con forte cognizione di causa la valenza di area 102,20/40 dove peraltro (e non a caso) transita l’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi. Molto volatile però il cambio che ieri ha tentato delle buone risalite per poi essere nuovamente ed ampiamente venduto con buone conferme, ad ora, dell’area di supporto a 101,60. Il grafico a 4 ore suggerirebbe una potenziale divergenza regolare rialzista per la ripresa di 102,20 per stop in pari e profitti solo al suo superamento verso 102,70. La stessa divergenza si è palesata sul grafico orario; l’idea di vendere perciò non deve essere eventualmente anticipata ma contemplata in area 102. 101,50/60 il primo target, 101,35 il riferimento.

EurJpy: grande volatilità anche su questo cross che ciclicamente apparirebbe pronto per ribassi di medio periodo (inteso in accezione di trading speculativo). Il crossover di medie mobili in senso ribassista sull’ottimo time frame a 4 ore consiglia ancora uno scenario di vendita, ma da area 140 per ottimizzare il RR. 139,45 e 138,80 i target. Oltre che dai questi ultimi punti di minimo, gli acquisti troverebbero campo libero infatti al rientro sopra 140,40.

GbpUsd: dopo l’ottima tecnicalità del cable vista fino ai primi giorni di questa settimana, il quadro grafico è andato molto sporcandosi e le direzionalità è stata solo un miraggio. Sul daily il segnale resta ancora rialzista, con buoni acquisti in area 1,6690 verso 1,6725 e 1,6740. Buone potrebbero essere le salite in violazione di quest’area verso 1,6775 e sui massimi di periodo. Vendite ipotizzabili invece sotto 1,665 con primo target a 1,66.

AudUsd: anche l’australiano ha mostrato una buona volatilità. Dal daily si può ascrivere al novero delle false rotture quelle tentate ieri sotto 0,8930 per riprese potenziali verso 0,90 in primo luogo. Gli swing dello stocastico su grafico a 8 ore e 4 ore vanno in questo senso per target appunto a 0,8990. Da valutare però preventivamente il deciso superamento di 0,8765 che, se tenesse, potrebbe essere il punto ideale per vendite verso 0,8935 e 0,89.

Ger30 (Dax): fortissimo il supporto a 9.500 punti. Dopo verosimili ritracciamenti in area 9,600 è possibile attendersi ulteriori sfoghi al rialzo verso 9.660 punti. Buona l’operatività in short invece sotto il pivot daily, a conferme avvenute, per 9.550 in primo luogo e un occhio ai minimi tondi a 9.550 punti.

XauUsd (Oro): dopo l’ottima tecnicalità del prezzo vista nelle settimane scorse, siamo tornati in un contesto un po’ confuso per il metallo giallo. L’area di 1.330 dollari l’oncia sta confermando la sua importanza e la media mobile a 21 periodi su grafico a 8 ore (grafico significativo su quegli strumenti universalmente scambiati nelle tre sessioni di trading) è significativa e giustificherebbe l’ottica long in ripresa di 1.340 in primo luogo. Vendite invece sensate alla violazione decisa di area 1.325/3, verso 1.316 ed il cruciale 1.307.

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