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Bufera su Cantone dopo frasi cannabis

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Bufera su Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione (Anac), dopo le dichiarazioni a favore della legalizzazione “intelligente” della cannabis. Così Cantone si è espresso oggi sul tema, in occasione di una intervista rilasciata a Radio Radicale.

Cantone ha commentato la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis, al vaglio della Camera dopo l’iniziativa lanciata dal sottosegretario agli esteri, Benedetto Della Vedova.

“Fino a poco tempo fa ero assolutamente contrario all’idea della legalizzazione perché non mi convincevano gran parte degli argomenti, che servisse cioè per sconfiggere la criminalità organizzata, perché le droghe leggere sono una parte insignificante degli utili della criminalità organizzata, o che servisse per evitare una serie di problemi di salute dei ragazzi. Adesso ho un po’ cambiato posizione. Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico”.

Cantone non si è pronunciato a favore di una legalizzazione totale della cannabis, precisando:

“Sarei contrario ad una legalizzazione totale. Le droghe leggere rappresentano introiti insignificanti per la mafia, e credo che le droghe pesanti che rendono soldi non si potranno mai legalizzare. Ma c’è questo argomento, evitare contatti di giovani con ambienti della criminalità organizzata. L’altro aspetto è che droghe leggere controllate probabilmente evitano interventi chimici che stanno portando anche alla tendenza all’assuefazione o al vizio. Questi due argomenti, oggi, mi fanno essere su questa proposta di legge molto più laico e per molti aspetti favorevole”.

Detto questo:

“Io credo che ci siano cose su cui la proibizione resta indispensabile”. Il “proibizionismo sulle droghe pesanti è giusto, mentre sulle droghe leggere ci sono questi due argomenti, cioè evitare i contatti con la criminalità organizzata e consentire l’uso di droghe leggere controllate che siano il meno possibile trattate chimicamente e che quindi facciano meno male possibile. Questi possono essere argomenti che con una vendita controllata e quindi in qualche modo limitata potrebbero dare un senso” alla proposta.


Ma immediate sono state le critiche arrivate dal fronte politico. Così in una nota il senatore di Forza Italia Enzo Fasano.

“Cantone sembra abbia cambiato idea sulla legalizzazione della cannabis più per servilismo che per convinzione. Le sue argomentazioni sono assolutamente risibili. Se veramente ha a cuore i nostri ragazzi dovrebbe sostenere politiche che ne tutelino la salute e li tengano lontani dalla droga, tutta la droga. Anche la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti è un alibi che non possiamo tollerare. Le droghe sono tutte dannose e comunque anche le cosiddette leggere sono spesso anticamera per l’assunzione di quelle ancor più pericolose. A Cantone suggeriamo un supplemento di riflessione. Questa volta ha preso una cantonata“.

Monito anche dal Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa:

“I magistrati, dall’alto della loro esperienza e della loro conoscenza delle dinamiche legate allo spaccio della droga, non alzino bandiera bianca, ma contribuiscano a individuare innovative ed efficaci tecniche di contrasto alla criminalità organizzata. La statalizzazione dello spaccio rappresenterebbe un messaggio di debolezza nei confronti della criminalità (non siamo riusciti nel contrasto, ci arrendiamo) e delle famiglie che oggi vivono un’ansia che non è solo economica, ma anche educativa. Si lavori senza indugio, piuttosto, a migliorare la lotta allo spaccio. Ogni suggerimento normativo sarà utile”.

Critiche dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri:

“A Raffaele Cantone, che oggi dirige l’Autorità anticorruzione, invierò i testi di Paolo Borsellino e di Nicola Gratteri che spiegano perché si debba essere contrari alla legalizzazione della cannabis. Cantone dimostra incompetenza e irresponsabilità. Per fortuna che Borsellino e i Gratteri dicono cose chiare in materia di lotta alla droga, mentre Cantone si iscrive al partito delle sciocchezze. Legga le cifre di Gratteri che dimostra come le droghe leggere rappresentino solo una piccolissima parte degli introiti della criminalità che si occupa di droga. Rifletta sul rischio che un allargamento del mercato attraverso la legalizzazione della cannabis possa far crescere i proventi della criminalità impegnata ancor di più nello spaccio di droghe più pericolose. Cantone offre argomenti miserevoli. Se mi dovesse capitare di incrociarlo in Parlamento gli dirò personalmente ciò che penso”.