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Borse contrastate a livello geografico, Cina e hi-tech i rischi maggiori

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Le speranze che la riforma fiscale Usa venga approvata hanno sospinto i listini delle Borse americane su nuovi record. e Borse di Cina e Corea del Sud scambiano in rosso, con l’indice KOSPI che sconta il brusco calo della produzione industriale e la prima stretta monetaria della banca centrale sudcoreana negli ultimi sei anni. Le Borse europee da parte loro fanno meglio, aiutate da dati invece complessivamente positivi come quelli sulla disoccupazione in Italia e in Germania. Piazza Affari, in particolare, è sostenuta dal buon andamento del settore bancario. Londra, appesantita dalle persistenti incertezze sulla Brexit, fa piĂą fatica.

Il programma di abbattimento parziale della leva finanziaria e di riduzione dei livelli di indebitamento societari in Cina, che si stima raggiungeranno i 22mila miliardi di dollari nel 2018, rappresenta un rischio enorme per i mercati finanziari, anche se il processo di transizione verrĂ  gestito al meglio. Questo per via dell’impatto che un simile cambio di passo della seconda economia al mondo avrebbe sul resto del mondo.

La preoccupazione principale degli investitori, prima ancora del momento difficile che attraversa il settore hi-tech (vedi grafico e spiegazione sotto), non è che si scateni una serie di default, un balzo dei rendimenti obbligazionari, un tonfo delle Borse o eventuali turbolenze economiche. La soliditĂ  della struttura economica cinese e i poteri politici del presidente Xi Jinping – che è uscito rafforzato dall’ultimo Congresso del partito comunista cinese, rendono molto improbabile che queste cose accadano. Xi farĂ  di tutto per evitare che l’economia si surriscaldi e gli sviluppi in Cina interessano tutti gli altri paesi da vicino.

Il pericolo maggiore, secondo lo strategist Garfield Reynolds, è che il programma di deleveraging e di stretta creditizia abbia successo ma che al contempo i mercati rimangano troppo ottimisti sulla capacitĂ  delle economie e dei mercati globali di fare i conti e superare anche con una frenata della seconda economia al mondo. “Gli investitori dovrebbero abituarsi all’idea che un rallentamento della Cina potrebbe essere deleterio” per il resto del globo.

Un segnale allarmante riguarda la maniera con cui, nonostante Pechino sia la locomotiva economica di tutta l’area asiatica, le Borse cinesi hanno fatto peggio di quelle di Hong Kong e degli altri indici principali asiatici. Significa che tutta la regione rischia di subire una fase di ribassi pesante, anche se la campagna di ‘de-indebitamento’ cinese non infligge colpi troppo duri alle Borse di Shanghai e Shenzhen.

Dopo i cali netti dei titoli FAANG in Usa (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google), anche il settore tecnologico della regione Asia Pacifico ha accusato il colpo: Hong Kong oggi paga i ribassi ai minimi di un mese dei cosiddetti “TATS“. Taiwan Semi, Alibaba, Tecent e Samsung rappresentano il 16% della capitalizzazione di Borsa dell’indice MSCI dei mercati emergenti.

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