Per i mercati, gli analisti e il mondo aziendale quella di oggi è una giornata di fuoco: il numero di società importanti che riportano i conti è senza precedenti su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico. In Europa pubblicano la trimestrale Volkswagen, Deutsche Bank, Roche e Shell e in tutto 80 gruppi quotati dell’indice EuroStoxx 600. Volkswagen è nel bel mezzo di una nuova crisi sulla vicenda della manomissione dei software per truccare i test sulle emissioni inquinanti ed anche finita nell’occhio del ciclone insieme ad altre quattro compagnie automobilistiche tedesche (Audi, BMW, Porsche e Daimler), tutte accusate dallo Spiegel di aver formato dagli Anni 90 un cartello oligopolista in Germania.
Sempre in ambito di gruppi che sono chiamate all’appuntamento con le trimestrali, Shell continua a dover fare i conti con prezzi del petrolio bassi, mentre tassi zero e la debolezza delle attività di trading nel reddito fisso minacciano la redditività di Deutsche Bank, che deve fare i conti peraltro con problemi legali e una montagna di derivati. Negli Stati Uniti soltanto prima del suono della campanella riportano i conti trimestrali colossi come ConocoPhillips, Verizon, Twitter e Procter & Gamble. Alla chiusura sarà la volta di Intel, Starbucks, Amazon e tanti altri.
Restando in Usa la riunione monetaria della Federal Reserve non ha riservato grosse sorprese con la banca centrale che ieri ha lasciato i tassi dove sono e ha annunciato che ridurrà presto il suo bilancio ‘monstre’ da 4.500 miliardi di dollari. L’unica novità riguarda i toni utilizzati da Janet Yellen, che si possono ritenere più accomodanti del previsto: ridanno speranza a coloro i quali sperano che il rialzo dei tassi guida venga rimandato a 2018. Il mercato punta ancora su una stretta a dicembre.