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Borse: fine della festa? La Fed “ritira il carrello degli alcolici”

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Borse: fine della festa? La Fed “ritira il carrello degli alcolici”

L‘inflazione? Non è un fenomeno transitorio. È un’inversione di marcia inattesa, quella effettuata ieri dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel corso della sua testimonianza al Congresso.

“È un buon momento per la Fed per ritirare la definizione ‘transitoria’ per l’inflazione“, ha affermato Powell sottolineando che il termine “transitoria” si riferisce a non lasciare dei segni permanenti sui prezzi. Allo stesso tempo il presidente dell’istituto centrale ha messo in guardia: i rischi di un’inflazione più alta sono aumentati.
“In generale”, ha spiegato il numero uno della Fed, “i prezzi più alti che stiamo vedendo sono collegati a squilibri sul fronte dell’offerta e su quello della domanda che possono essere riferiti alla pandemia e alla riapertura dell’economia. Ma può essere anche il caso che gli aumenti dei prezzi si siano diffusi in modo più ampio e penso che il rischio di un’inflazione più alta sia aumentato”.

Dichiarazioni che hanno mandato in tilt gli investitori che – come scrivono gli analisti di Mps Capital Services in una nota-  “hanno così liquidato le posizioni preoccupati che la Fed porti via anzitempo il “carrello degli alcolici” mettendo fine al party e sono tornati a lavorare su di un timing anticipato del primo rialzo tassi, con gli OIS che lo scontano al 97% per giugno”.

Di fronte alle accresciute pressioni inflazionistiche, Powell ha aperto a un tapering più aggressivo, ovvero alla riduzione dell’acquisto di titoli di Stato Usa sul mercato.

“È appropriato discutere di un’accelerazione del tapering”, ha osservato il presidente della banca centrale Usa. “Non abbiamo ancora preso una decisione sulla riduzione degli acquisti ma i dati di novembre su inflazione, salari, consumi mostrano che a questo punto l’economia americana è molto forte e le pressioni inflazionistiche molto alte. Perciò, secondo me, sarebbe appropriato valutare una riduzione dei nostri acquisti di titoli, cosa che abbiamo già annunciato, con qualche mese di anticipo”. Powell ha poi precisato: “Avete visto la nostra politica addattarsi e la vedrete continuare ad adattarsi”.

Con la crisi provocata dalla pandemia, la Fed ha iniziato ad acquistare 120 miliardi di dollari in bond per sostenere l’economia, ma durante l’ultima riunione ha deciso di ridurre gli acquisti di 15 miliardi al mese, con l’obiettivo di mettere fine al programma di aiuti a giugno. Possibili modifiche saranno discusse al vertice dell’istituto centrale previsto a metà mese.

Powell ha quindi messo in guardia e avvertito sull’impatto della nuova variante Omicron sulla ripresa e sull’inflazione.

“Una maggiore preoccupazione per il virus potrebbe ridurre la disponibilità delle persone a lavorare in presenza, rallentando i progressi sul mercato del lavoro e intensificando i problemi nelle catene di approvvigionamento“, ha affermato Powell. Di conseguenza, ha aggiunto, “sono aumentati i rischi di una maggiore inflazione”.

Gli effetti delle parole della Fed sulle borse

Oltre a mandare a picco le borse americane, le parole del numero uno della Fed hanno causato una debolezza diffusa sulla maggior parte delle commodity, incluso l’oro (-0,5%) che ha risentito del balzo dei tassi reali. I cali hanno coinvolto anche le commodity agricole e gli industriali, con la debolezza che è stata particolarmente marcata sul petrolio.

Il Brent è sceso verso i 70$/b con la curva future che sta pericolosamente avvicinandosi alla parità (sancendo così la fine del periodo di backwardation). Stamani è in corso un rimbalzo su attese che, domani, l’OPEC+ possa mettere in pausa il programma di rialzo a gennaio.

Alla chiusura di ieri, il Dow Jones ha perso 652,22 punti (-1,86%), lo S&P 500 ha ceduto 88,26 punti (-1,90%), il Nasdaq Composite ha chiuso in ribasso di 245,14 punti (-1,55%).