Il super euro ha messo in difficoltà le Borse europee, che però oggi tentano di reagire. Le ultime dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sul fatto che il dollaro forte è nell’interesse degli Stati Uniti hanno ridato fiducia al biglietto verde sul valutario, affievolendo i timori di una guerra commerciale a tutto campo. A preoccupare è ora un fattore più “tecnico”, ossia l’ammontare di denaro da record investito nei fondi azionari la scorsa settimana, quando una serie di utili societari positivi e l’andamento al rialzo delle Borse hanno tenuto alto il morale dei trader. L’indice “Bull & Bear” di Bank of America ha mandato il segnale di Sell più forte da marzo 2013.
Ben 33,2 miliardi di dollari sono stati investiti nelle Borse la settimana conclusasi il 24 gennaio, secondo i dati di EPFR Global. I portafogli azionari a gestione attiva, i fondi tecnologici, e i titoli del Tesoro indicizzati all’inflazione hanno registrato gli investimenti più elevati di sempre. Anche i fondi dei mercati emergenti hanno attirato grande interesse. Questo mese le Borse mondiali si sono issate sui nuovi massimi storici, spingendo Bank of America a lanciare un avvertimento. Nel primo trimestre assisteremo, secondo gli analisti della banca, a un “ripiegamento tattico”, per lo meno sull’indice S&P 500.

Lasciate qui commenti, news e rumor dalle sale operative, consigli operativi, strategie di investimento, le vostre esperienze e tutto quello che vi passa per la testa. Tutti gli aggiornamenti sulle Borse li trovate nel LIVE BLOG (SOTTO), con flash di notizie e grafici.
Il Liveblog è terminato
L’indice MSCI globale, che misura l’andamento di 47 paesi diversi, è in calo dello 0,1% oggi, ma questo non impedirà alle Borse globali di chiudere la settimana con dei guadagni. Le Borse europee rimbalzano dopo il passo falso di ieri, con l’indice paneuropeo Euro STOXX in progresso dello 0,3%. Afflitte dal super euro, le piazze finanziarie d’Europa rischiano tuttavia di subire la prima perdita settimanale dell’anno.
Gli ultimi dati macro confermano grossomodo il trend visto ultimamente per la prima economia al mondo, ma devono aver sorpreso in negativo il presidente Donald Trump che è impegnato in una serie di interventi al World Economic Forum di Davos dove sta tessendo le lodi dell’economia, parlando di un “grande spirito” in America. Gli Stati Uniti hanno registrato una crescita dell’economia meno intensa del previsto nell’ultimo quarto del 2017: la variazione del PIL è stata del 2,6% e non del 3% come il mercato prevedeva. I ultimi dati si confrontano con l’accelerazione del PIL del 3,2% del terzo trimestre.
Guardando alle singole componenti, i consumi personali sono aumentati del 3,8%, più del 3,7% atteso. L’indice dei prezzi del PIL è stato pari al 2,4% contro il 2,3% previsto e il 2,1% del periodo precedente. Il PCE Core, ovvero l’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali, si è attestato al +1,9% in linea con le previsioni dopo il +1,3% del terzo trimestre. Le scorte delle aziende sono ancora su livelli fiacchi, mentre le importazioni sono cresciute più delle esportazioni (+13,9% contro +6,9%).
L’indice MSCI dell’azionario globale, che misura l’andamento di 47 paesi diversi, è in calo dello 0,1% oggi, ma questo non impedirà alle Borse globali di chiudere la settimana con dei guadagni. Le Borse europee rimbalzano dopo il passo falso di ieri, con l’indice paneuropeo Euro STOXX in progresso dello 0,3%. Afflitte dal super euro, le piazze finanziarie d’Europa rischiano tuttavia di subire la prima perdita settimanale dell’anno.
La settimana non è certo stata delle migliori in questo 2018 ma la Borsa di Milano oggi ha chiuso le contrattazioni in rialzo. Il Ftse Mib guadagna lo 0,48%. Positiva di oltre il 2% Leonardo; bene anche Pirelli, Recordati, Buzzi Unicem, Fca ed Exor. In calo invece Telecom Italia, Azimut, Mediobanca e Banca Generali.
L’azionario mondiale è ben impostato per chiudere in rialzo per la decima settimana di fila, mentre sul Forex l’euro fa un balzo di più di mezzo punto percentuale dopo che il governo Usa in settimana ha fatto intendere di apprezzare un dollaro debole.