MILANO (WSI) – Continua il periodo nero per le Borse mondiali ma non per l’Europa, che riesce a ripartire dopo sette sedute profondamente negative che hanno riportato i listini sui minimi di due anni. Piazza Affari chiude con un bel balzo, Ftse Mib +5,03% a 16.714,14 punti, riconquistando quota 16 mila punti: ma ha perso il -25% da inizio anno.
L’Asia, orfana della Cina ferma per le festività del Capodanno lunare, perde altro terreno, mentre il Ftse 100 inglese, il Nikkei giapponese (-2,3% oggi) e l’Australia sono entrati in una fase ribassista.
L’indice di riferimento del mercato australiano, l’S&P/ASX 200, ha chiuso invece in calo dell’1,2% a quota 4.775,7 punti. Si trova più del 20% sotto di massimi di aprile 2015, quando le preoccupazioni su un atterraggio brusco dell’economia cinese e dei mercati emergenti hanno iniziato a tormentare le menti degli investitori.
I nuovi cali delle Borse di tutto il mondo hanno gettato nel panico i trader. Il broker e autore di Marcus Today, Marcus Padley, pensa che il sell off delle banche australiane sia più legato alla paura di una nuova crisi globale che ai fondamentali del comparto che sono relativamente solidi, al contrario degli istituti di credito italiani e di Deutsche Bank.
“Ci sono i fondamentali ma c’è anche il sentiment, e la gente ha molta paura di un altro evento choc globale”, ha dichiarato Padley a ABC News Online.
Incertezze geopolitiche e monetarie si aggiungono ai timori di un rallentamento dell’economia globale. Ad alimentare il nervosismo contribuiscono il crollo del petrolio e la situazione traballante del settore bancario europeo.
Oggi i titoli di Deutsche Bank, in calo del 39% da inizio anno, hanno segnato un balzo superiore anche a +10% circa dopo che ieri hanno toccato i minimi di sempre. I Cds, i contratti per assicurarsi contro un eventuale default, sono su livelli molto alti. L’istituto sta prendendo in considerazione un piano di buyback, secondo quanto riportato da Bloomberg. E ora l’ec numero uno di Morgan Stanley, John Mack, alimenta anche l’ipotesi che, in barba alle norme Ue – che ora prevedono il bail in – la banca tedesca, in caso di necessità, venga salvata dallo Stato.
Boom di acquisti a Piazza Affari: Banca Mediolanum +9,78%, Mps +6,16%, Bper +6,13%, BPM +9,57%, BP +10,86%, Ubi Banca +7,32%, Unicredit +10,97%, Mediobanca +7,35%. Tra i titoli di altri settori, Anima Holding +8,17%, Cnh Industrial +7,50%, Exor +7,20%, FCA +5,83%, Ferrari -0,26%, Saipem -0,95%, Poste Italiane +9,28%, Mediaset +4,10%, Telecom Italia +4,48%
Tra le materie prime, il petrolio è sempre sotto stretta osservazione, con il contratto sul Brent che ha perso il 53% in dodici mesi di tempo. Il Brent sale +1,95% a $30,91 al barile, mentre il contratto WTI scende -0,75% a $27,73. L’oro torna a salire alla fine della sessione a Milano, +0,40% a $1.193,86 l’oncia.
Sul valutario preoccupa il rafforzamento dello yen. Il dollaro scende di quasi 1%, con gli investitori nel Forex che digeriscono le parole di Janet Yellen, che ammette la presenza di ostacoli alla sua politica monetaria restrittiva. Dollaro/yen oscilla attorno a JPY 114. Euro/dollaro -0,58% a $1,1227.

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Lo Spread tra Btp e Bund scambia ai massimi da agosto intorno ai 143 punti base. Il rendimento dei titoli di Stato italiani è all’1,67%.
Sul valutario euro in leggero rialzo sul dollaro: all’apertura dei principali mercati valutari del vecchio continente la moneta unica europea viene scambiata con il biglietto verde a 1,1282. Ieri, secondo la rilevazione della Bce, l’euro valeva 1,1236 usd.
Le opportunità ghiotte di acquisto non mancano in Borsa dopo sette sedute di cali pesanti e il listino Ftse MIB mostra un gran balzo del +5,4%. L’indice è tornato così in area 16.772,57. A mettersi in evidenza sono le banche con Intesa Sanpaolo che corre del 7,5% circa. Per Deutsche Bank i rialzi a doppia cifra rappresentano anche il maggiore incremento giornaliero in quattro anni.
L’andamento schizofrenico dei mercati finanziari dimostra come gli investitori siano in confusione totale, indecisi se fidarsi più dei prezzi di Borsa e dei Cds oppure dei fondamentali e della capacità del settore bancario di costruire uno scudo di collaterale sufficiente a superare i problemi dei Bond CoCo e delle sofferenza bancarie. Non sarà facile, dal momento che in Italia rappresentano il 20% del Pil.
La Federal Reserve non toccherà i tassi di interesse prima di giugno. È il parere di Stefano Gianti, analista di Swissquote. Interpellato da Claudio Kaufmann direttore di IT Forum News, il Senior Business Development del gruppo con sede a Londra dice che “c’è ancora da attendersi un mese di volatilità prima che Draghi intervenga”.
A ingigantire la portata delle vendite (Gianti parla di mercati che si sono “gettati dalla finestra”) sono stati i fondi sovrani arabi, i quali devono vendere perché sono a corto di liquidità. La fuga ha avuto un impatto sui listini azionari, “ma i comportamenti sono diversi nelle diverse piazze finanziarie del mondo”.
Wall Street per esempio fa meglio: il paniere allargato è appena sotto il livello di resistenza chiave in area 1.865 punti. L’S&P 500 è sopra il minimo di settembre. Se le Borse in Europa fanno peggio delle controparti negli Stati Uniti, in Europa Germania e Italia, per colpa delle banche, fanno peggio di Francia e Spagna. I fondamentali si stanno deteriorando pesantemente. Sul valutario il cambio dollaro yen è stato il più volatile.
Fatta eccezione per Londra, i listini del mercato azionario europeo fanno un balzo di almeno il 2%. È il primo rialzo in otto sedute. Deutsche Bank (progresso a due cifre) spinge al rialzo la Germania. Credit Suisse e UBS sono in rialzo del 4-6%. I futures sui principali indici della Borsa Usa scambiano con guadagni dell’1-1,6%.
Anche con il balzo del 17% di oggi, Deutsche Bank è in calo del 33% da inizio anno. Il petrolio intanto scambia in area 28 dollari al barile.
Fatta eccezione per Londra, i listini del mercato azionario europeo fanno un balzo di almeno il 2%. È il primo rialzo in otto sedute. Deutsche Bank (progresso a due cifre) spinge al rialzo la Germania. Credit Suisse e UBS sono in rialzo del 4-6%. I futures sui principali indici della Borsa Usa scambiano con guadagni dell’1-1,6%.
Anche con il balzo del 17% di oggi, Deutsche Bank è in calo del 33% da inizio anno e i problemi della banca, dai bond CoCo ai problemi di redditività, non si risolvono con un aumento della capitalizzazione di mercato. Il petrolio intanto scambia in area 28 dollari al barile.
Focus sull’audizione al Congresso Usa di Janet Yellen, numero uno della Federal Reserve. Yellen ha sottolineato di prevedere ancora un rialzo graduale dei tassi, ma ha anche ammesso che le continue turbolenze sui mercati potrebbero impedire alla banca centrale di centrare l’obiettivo di rialzi multipli dei tassi nel corso del 2016. “Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti sono diventate di recente meno favorevoli alla crescita. Tali sviluppi, se dovessero perdurare, potrebbero pesare sull’outlook dell’attività economica e sul mercato del lavoro”. Detto questo, Yellen ha lanciato la porta aperta all’eventualità di un rialzo dei tassi a marzo, pur non riferendosi in modo specifico ai tempi delle nuove eventuali manovre di politica monetaria restrittiva.
Il dipartimento di Energia Usa ha reso noto che le scorte di petrolio crude sono scese di -754.000 barili la scorsa settimana, a fronte di un rialzo di 3,2 milioni atteso. Il resto delle scorte ha segnato tuttavia un rialzo, con i distillati che sono aumentati di 1,28 milioni di barili.
Su base settimanale, la produzione di petrolio crude Usa è scesa -0,3%, ma rimane ben al di sopra dei 9 milioni di barili al giorno.
La reazione dei contratti futures WTI sul petrolio scambiati a New York, sia dopo le parole del numero uno della Fed, Janet Yellen, che dopo la pubblicazione delle scorte da parte del dipartimento di Energia Usa. A sorpresa, sono calate le scorte di petrolio Crude.

Verso la fine della giornata di contrattazioni di Piazza Affari, i futures sul contratto WTI salgono +0,61% a $28,11 al barile, mentre il Brent Crude avanza +2,34% a $31,03. Piatte le quotazioni dell’oro, a $1.188,99. Intanto occhio al rally di Deutsche Bank, sulla scia delle indiscrezioni relative a un possibile piano di buyback dei suoi bond.

Boom di acquisti a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che balza +4,79%, a quota 16.674,67 punti. Mps chiude con un balza superiore a +6%, BPM e Banca Mediolanum balzano oltre +9%, mentre Banco Popolare segna un rally di quasi +11%.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread Italia Germania a 10 anni cede -4,28% a 137,87 punti base, con tassi sui BTP decennali in calo di oltre -3% all’1,63% e i tassi sui Bund che salgono oltre +3% allo 0,25%.
Sfuma in fretta l’avvio positivo per l’azionario europeo. La Borsa di Milano scambia in rialzo di uno zero virgola dopo un balzo di un punto percentuale. A Londra, l’indice Ftse 100 vira in rosso dopo essere salito dello 0,58% nei primi minuti di scambio. A Francoforte, il Dax 30 e a Parigi, il Cac 40 sono piatti dopo aver registrato un progresso di circa mezzo punto percentuale in apertura.