ROMA (WSI) – Senza sorprese la Bce ha mantenuto invariato il costo del denaro e ha detto di volersi concentrare sull’implementazione delle misure straordinarie adottate a marzo. Nella riunione di aprile il direttorio della banca centrale ha deciso di lasciare allo 0,05% i tassi di interesse di riferimento. I tassi sui depositi bancari rimangono in territorio negativo (-0,4%). I tassi così bassi stanno minando la redditività delle banche, i cui manager, insieme ai falchi teutonici di Germania e Olanda, vogliono vedere risultati in termini di economia reale dopo anni di politiche espansive monetarie senza freni.
Il mercato è rimasto deluso dai mancati annunci a sorpresa del numero uno della Bce, Mario Draghi. Nel corso della conferenza stampa che segue di consueto l’annuncio sulla decisione dei tassi, Draghi ha anche risposto a una domanda sottolineando che l’opzione di ricorrere all’helicopter money, – ossia alla misura straordinaria tramite la quale i soldi vengono forniti direttamente ai cittadini e alle imprese senza passare par gli istituti di credito – “non è stata mai oggetto di discussione”.
Immediata la reazione sul valutario, con l’euro che ha accelerato al rialzo. L’azionario europeo ha invece continuato a puntare verso il basso.
Alcuni osservatori si aspettavano una domanda dei giornalisti sull’eventualità di ricorrere al congegno di ultima spiaggia:
“Per gli investitori e i mercati la cosa più importante sarà il messaggio trasmesso dalla Bce a margine della riunione, più che eventuali interventi realizzati, dopo che Mario Draghi ha scatenato un piccolo terremoto a marzo con l’ampliamento del programma di acquisto di attivi alle obbligazioni societarie non bancarie”, aveva scritto in una nota Salman Ahmed, Chief Global Strategist di Lombard Odier Investment Managers.
“In occasione dell’incontro odierno, sarà essenziale capire se oggi siamo ancora più lontani dal momento in cui i tassi d’interesse, sempre più negativi, cominceranno a risalire”. A essere influenzati dalle mosse della Bce saranno sopratutto i mercati del debito, su cui le banche centrali esercitano ormai “un’enorme influenza”, secondo Ahmed. Ci preoccupa più l’impatto degli interventi di politica monetaria sul funzionamento dei mercati obbligazionari che le loro conseguenze in termini di crescita e inflazione. Per quanto riguarda i mercati, le aspettative d’inflazione restano basse ma si sono stabilizzate, mentre le condizioni finanziarie sono nettamente migliorate, riducendo i rischi di una recessione imminente. Ciò significa che gli obiettivi iniziali delle decisioni di politica monetaria prese alla riunione della BCE di marzo sono stati raggiunti, almeno temporaneamente.”
Diverse sono state le domande attinenti alla recente ondata di polemiche contro Draghi e la politica monetaria espansiva della Bce, arrivate dal mondo politico tedesco, e dallo stesso ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble. A tal proposito, Draghi ha affermato che la Bce “risponde alla legge, non ai politici”.
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“Abbiamo deciso di lasciare i tassi di rifinanziamento invariati”. Mario Draghi, numero uno della Bce, inizia la conferenza stampa. Draghi conferma il piano della Bce di iniziare ad acquistare anche i corporate bond emessi dalle aziende che non appartengono al settore finanziario. “Il Consiglio direttivo continua a monitorare attentamente la dinamica dei prezzi”, in linea con l’obiettivo di riportare l’inflazione a un livello inferiore ma vicino al 2%.
Draghi conferma che i tassi potranno essere tagliati ancora, sfidando così i falchi tedeschi, contrari a un contesto di politica monetaria troppo espansiva.
Così Mario Draghi sui tassi di interesse. “Continuamo a prevedere che (i tassi) rimangono ai livelli presenti, o anche inferiori, per un periodo esteso di tempo, e ben al di là dell’orizzonte degli acquisti di asset”. Draghi conferma che le condizioni di accesso ai finanziamenti dell’Eurozona sono migliorate da quando la Bce ha annunciato il suo “piano di decisioni che sono state prese all’inizio di marzo”; sottolinea che è essenziale preservare “un grado appropriato di politica monetaria accomodante”, fino a quando ce ne sarà bisogno. E afferma che i rischi che incombono sulla crescita dell’Eurozona rimangono “orientati verso il basso”.
Draghi ammette che l’inflazione potrebbe confermarsi di nuovo negativa nei prossimi mesi, e che diversi elementi di incertezza stanno frenando la crescita. Ma la Bce ha ancora fiducia sul fatto che l’inflazione tornerà ad avvicinarsi al target fissato. Draghi cita anche alcuni sondaggi che mostrerebbero come la domanda per i prestiti delle banche stiano aumentando.
Nei primi minuti della conferenza stampa di Mario Draghi, l’euro continua a confermarsi solido nei confronti del dollaro, salendo di +0,75% nei confronti del dollaro, attorno a $1,1354, rispetto agli $1,1304 della chiusura di mercoledì a New York.
“Nel complesso, le nostre manovre, in atto dal giugno del 2014 hanno chiaramente migliorato le condizioni di prestito per le aziende e le famiglie”, afferma Draghi.
Ulteriore balzo dell’euro che, in assenza di sorprese dalla conferenza stampa di Draghi, si apprezza ulteriormente avvicinandosi a quota $1,14, fino a $1,1397.
Draghi afferma che l’inflazione dovrebbe rialzare la testa nella seconda metà del 2016, per poi rafforzarsi nel 2017 e nel 2018, come previsto anche dallo staff della Bce.
“Non abbiamo discusso sull’opzione dell’helicopter money”, ha detto Draghi, rispondendo alla domanda di un giornalista. Sui corporate bond che saranno acquistati, Draghi ha affermato che gli acquisti interesseranno tutti i bond che saranno emessi da istituzioni non finanziarie, inclusi quelli che sono emessi da società che controllano banche. “Se una società possiede una banca, ma la società madre non è una banca, ha diritto” al programma, ha precisato.
Alla domanda sulle polemiche che sono arrivate dai politici tedeschi, Draghi risponde che la Bce ha un mandato da rispettare. “Noi obbediamo alla legge, no ai politici, perchè siamo indipendenti”. Draghi rivela poi che il Consiglio direttivo ha affrontato oggi la questione, e che unanime è stato l’impegno a difendere l’indipendenza della Banca centrale europea.
Draghi precisa che il PIL dell’Eurozona sarebbe inferiore dell’1,6% se la Bce non avesse lanciato le misure straordinarie di politica monetaria. Anche l’inflazione, ha aggiunto, sarebbe più bassa.
Mario Draghi, numero uno della Bce, insieme al vicepresidente della Bce, Vitor Constancio.
“Come ho detto molte volte, il tasso di cambio non è un target della politica (della Bce), sebbene sia un fattore importante per la crescita dell’economia e dell’inflazione”. Così Draghi ha risposto a chi gli ha chiesto un commento sul recente apprezzamento dell’euro.
Draghi torna a sottolineare che gli effetti dei tassi di interesse negativi sono stati finora ampiamente positivi. La redditività delle banche, ha precisato, non è stata intaccata, e non c’è stato un effetto a catena sui clienti (nel senso che i clienti non sono stati colpiti da tassi di interesse negativi sui loro conti bancari). Ma la Bce, ha precisato Draghi, è ben consapevole della complessità che un contesto di tassi di interesse negativi comporta.
L’Europa deve adottare politiche fiscali espansive, favorevoli alla crescita. Draghi ha lanciato di nuovo un appello a favore di tasse più basse, spese pubbliche minori e più investimenti. Altro schiaffo ai falchi tedeschi che lo hanno criticato: Draghi ha detto che finora l’unica politica in grado di sostenere la crescita dell’Eurozona, negli ultimi quattro anni, è quella adottata dalla Bce.
Sempre sulla questione dei tassi di interesse negativi, Draghi difende tale strumento di politica monetaria espansiva, ricordando che gli Usa sono stati caratterizzati da un contesto di bassi tassi di interesse per un periodo più lungo rispetto a quello dell’Europa, e tra l’altro senza avere gli stessi problemi dell’Europa. Inoltre, i tassi di interesse reali (tenendo conto degli aggiustamenti dovuti all’inflazione) sono stati in passato ancora più bassi. “Spiegare i tassi reali di interesse ai risparmiatori potrebbe essere difficile”, ha sottolineato…”Forse potresti farlo tu”, ha detto rivolgendosi al giornalista.
Alla domanda su quali siano i rapporti con il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble – che ha ampiamente criticato la politica dei tassi di interesse negativi, Draghi ha sfoderato tutto il suo lato British, affermando: “Direi che sono molto tranquilli, e molto amichevoli”. Draghi ha rigettato l’accusa secondo cui un banchiere non italiano agirebbe in modo diverso. Proprio il suo predecessore, Jean-Claude Trichet, ha detto recentemente che avrebbe anche lui adottato le stesse misure.
Ancora, rispondendo alla domanda sulle critiche arrivate dai tedeschi. “Critiche di un certo tipo potrebbero mettere a rischio l’indipendenza della Bce e frenare le aziende dall’investire nell’area euro. Draghi ha comunque confermato che un dibattito acceso ma comunque corretto “potrebbe essere addirittura accolto con favore, al fine di aiutarci a forgiare le nostre scelte di politica” monetaria.
Sull’effetto delle sue manovre di politica monetaria sui pensionati tedeschi Draghi ha affermato che non ci sono dubbi sul fatto che le pensioni e le compagnie assicurative siano colpite. Il numero uno della Bce ha però fatto notare come non sia giusto lasciar ricadere la responsabilità di qualsiasi cosa che non vada bene sui tassi di interesse negativi. Ancora, Draghi ha detto che le società del settore finanziario hanno comunque beneficiato di grandi guadagni in conto capitale, grazie ai bond in loro possesso, che sono stati acquistati dalla Bce. I bassi tassi di interesse, ha continuato, “sono un sintomo di un contesto di bassa crescita e di bassa inflazione, non sono una conseguenza della politica monetaria. Se vogliamo tornare a rendimenti più elevati”, è necessario che ci siano una maggiore crescita e una inflazione più alta.
Alle ore 14.23, il rapporto euro/dollaro sale in modo sostenuto a $1,1360 dagli $1,1330 precedenti, in attesa della conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi, che inizierà tra qualche minuto.