L’atteggiamento da colomba del presidente della Bce Mario Draghi è stato una sorpresa, considerata la recente tendenza verso una retorica più positiva, come si è visto nell’appuntamento di Sintra, in Portogallo. È quanto osservato da Timothy Graf, responsabile macro strategy di State Street Global Markets, secondo cui l’inflazione al di sotto del target del 2%, “ha sempre significato che un inasprimento della politica monetaria era ancora distante ma, la prossima fine delle misure straordinarie di easing sono un’aspettativa ragionevole, visti i robusti dati dell’Eurozona”.
“I mercati europei dovrebbero apprezzare questa notizia e stiamo aspettando che le recenti sottoperformance dei bond dei Paesi periferici registrino un’inversione di tendenza. Inoltre, l’euro ponderato per gli scambi ha molto spazio per testare i minimi e ritracciare una parte di quel 5% guadagnato nell’ultimo trimestre”.
L’allontanarsi dello spauracchio di un taper tantrum, ovvero di una riduzione troppo affrettata dei piani di allentamento monetario, fa bene anche all’euro e non solo a Bond e titoli azionari. La moneta unica si sta rafforzando su dollaro e sterlina mentre Draghi sta ancora parlando a Francoforte. Al momento guadagna lo 0,5% circa a 1,155 dollari. Le Borse sono in progresso dopo la decisione sui tassi e sul Quantitative Easing, con i bond di Germania (tassi sui Bund a 10 anni in calo allo 0,54%) e Francia che sono positivi, favoriti dall’approccio accomodante di Draghi e soci. I rendimenti sui Btp decennali cedono 7 punti base attestandosi al 2,12%.
Davanti alle domande dei giornalisti Draghi ha dovuto giustificare l’approccio da colomba della Bce nella riunione odierna dopo il cenno a una “reflazione” che aveva affossato listini azionari e rafforzato l’euro qualche settimana fa. Qui di seguito i commenti degli altri analisti.
Brendan Lardner, senior portfolio manager del global active fixed income di State Street Global Advisors
“A giugno, durante il Forum di Sintra, il commento del presidente Mario Draghi aveva sorpreso i mercati per il maggior utilizzo di toni da falco, ma questo sentiment è stato smorzato dal tono più morbido del presidente durante il meeting di oggi . Mentre Draghi ha incrementato la probabilità dell’eliminazione di alcune misure politiche straordinarie in un futuro abbastanza prossimo, il meeting di oggi sembra essersi nuovamente concentrato sulle pressioni inflazionistiche più deboli all’interno dell’Eurozona e sulla necessità di un continuo supporto di politica monetaria”.
“La BCE sarà stata anche cosciente del fatto che il continuo rialzo dell’euro potrebbe avere una certa pressione al ribasso sui dati sull’inflazione. Mentre la BCE attende ulteriori dati per supportare il tapering degli acquisti di asset, le attività rischiose dovrebbero ricevere un maggiore sostegno, mentre il recente rafforzamento dell’euro potrebbe subire una qualche correzione”.
Anthony Doyle, Investment Director del team Retail Fixed Interest di M&G Investments
“In linea con le attese, la BCE ha lasciato invariati i tassi d’interesse e si impegna a proseguire il programma di acquisto di asset per un ammontare di €60 miliardi al mese fino alla fine del 2017 “o oltre, se necessario”. Appare evidente che la BCE sta agendo in modo cauto rispetto a qualsiasi possibile annuncio di riduzione degli stimoli di politica monetaria, nel timore di generare una volatilità non voluta sui mercati finanziari.
Per la verità, secondo Doyle, “è probabile che i tassi d’interesse non verranno alzati per ancora qualche tempo. Questo a dispetto di una performance più sostenuta delle economie dell’Eurozona nel corso del 2017. Oggi molti Paesi in Europa stanno beneficiando del forte livello di fiducia delle imprese e dei consumatori, e ciò suggerisce che la ripresa dei consumi e degli investimenti da parte delle aziende continuerà a contribuire positivamente alla crescita economica complessiva”.
“La migliore performance economica dell’Eurozona suggerisce che l’intensità degli stimoli monetari sarà gradualmente ridotta nel tempo. È probabile che al prossimo meeting di settembre, la BCE prenda in considerazione i modi e la tempistica per ridurre il proprio programma di acquisto di asset. È importante notare che un tapering del programma di acquisto di asset rappresenta una diminuzione dell’ammontare degli stimoli piuttosto che di un veloce ciclo restrittivo dei tassi. In questo contesto, è probabile che gli asset rischiosi continueranno ad essere ben supportati, visto che l’economia continua ad espandersi e l’inflazione rimane vicina al target della BCE”.
Marco Vailati, Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda
Vailati pone l’accento sulla fiducia della Bce nell’economia. Gli stimoli monetari e la ripresa globale stanno agendo attraverso il supporto alla domanda domestica e l’agevolazione alla ripresa degli investimenti, che portano a un aumento dell’impiego e a una riduzione dell’output gap. Tuttavia, la migliorata situazione economica non impatta ancora sui prezzi, anche per l’assenza di pressioni salariali, e rende opportuno il mantenimento del supporto monetario con un atteggiamento paziente e prudente.
“Il permanere dell’inflazione a livelli bassi resta la principale insoddisfazione della Bce – che prevede resti stabile nei prossimi mesi e in rialzo graduale solo nel medio termine. Secondo la Bce, il recente calo temporaneo è legato prevalentemente all’energia. Anche la componente base resta bassa senza trend convincenti di ripresa né rischi estremi di deflazione. Proprio per questo, la Bce monitora attentamente le condizioni finanziarie, attualmente definite molto supportive, cercando di evitare inasprimenti non desiderati”.
In tal senso, “anche il cambio viene seguito, seppure non sia un obiettivo diretto e il recente movimento abbia ricevuto alcune attenzioni. Il riferimento al recente apprezzamento dell’euro non “preoccupato” ha probabilmente tranquillizzato gli operatori sul livello di cambio “sopportabile” dalla Bce. Ciò ha spinto a un ulteriore incremento delle posizioni lunghe in attesa dell’intervento di Draghi a Jackson Hole il prossimo 25 agosto e del successivo meeting Bce del 7 settembre, che potrebbero apportare newsflow restrittivo favorevole alla moneta unica. Nella riunione di oggi, il Consiglio è stato unanime nelle decisioni di non modificare le forward guidance e di non fissare ancora una data per discutere l’avvio della riduzione del QE, rinviandone l’analisi a settembre in attesa di maggiori informazioni”.
“Draghi è stato molto costruttivo sull’economia, restando però ancora accomodante sulla politica monetaria. Il mercato ha reagito in maniera mista. I cambi hanno privilegiato l’enfasi sull’economia (oltre alla scarsa enfasi sul recente apprezzamento della valuta) con un rialzo dell’euro, mentre le obbligazioni hanno privilegiato l’enfasi sul protrarsi della politica monetaria accomodante con un ribasso dei rendimenti. L’azionario ha quasi ignorato le news doppiamente positive (economia buona e supporto monetario), registrando variazioni minime”.
Durante la conferenza stampa, Draghi ha segnalato che:
- c’è stata unanimità nel decidere di non segnalare una data precisa sulla rimozione del QE; unanimità anche nel non modificare la forward guidance;
- non è stato discusso del tapering;
- la decisione sulla rimozione del QE sarà presa in autunno (anche il meeting di settembre è “on the table”) quando il board avrà a disposizione un numero maggiore di dati, come ad esempio le nuove previsioni economiche dello staff;
- alla domanda sulla forza dell’euro, ha risposto brevemente indicando che il recente movimento sta ricevendo una “certa attenzione’;
- sul fronte inflazione ha ribadito che è la variabile più importante e che, al momento, non è dove dovrebbe essere e dove vorrebbero che fosse. Draghi si è dichairato fiducioso che i prezzi ed i salari seguiranno l’andamento della crescita.
Bce la reazione dei mercati
Gli analisti di MPS Capital Services osservano come dopo un deprezzamento iniziale l’eiuro è tornato in prossimità dei massimi da un anno. Sul lato tassi, invece, “c’è stata un po’ di volatilità durante la conferenza ed in questo momento sono in calo. Con questa conferenza stampa Draghi ha dato una percezione di una forza del cambio che per adesso non preoccupa il governing council. A parole Draghi ha provato varie volte a dire che la BCE ha una politica monetaria accomodante e che la manterrà a lungo, ma per adesso il mercato non sembra ascoltarlo. Saranno importanti i prossimi dati macro, in particolare PMI, inflazione e PIL in programma nelle prossime due settimane”.
Anche ad altri analisti è sembrato che la Bce abbia mostrato di essere confusa sul da farsi. Da una parte c’è la paura di staccare la spina all’arsenale monetario troppo presto, dall’altra c’è il timore di osare troppo. La grande confusione mostrata dalla Bce nelle sue ultime uscite – prima falco, poi colomba – ha avuto un impatto sui tassi dei Bund decennali, andati letteralmente su e giù nel primo pomeriggio mentre Draghi era impegnato a rispondere alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.