Economia

Bce, Draghi: tassi fermi a 0,50%. “Ripresa rinviata”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

FRANCOFORTE (WSI) – Nonostante la ripresa tardi ad arrivare, la Banca centrale europea ha preferito mantenere invariato ai minimi storici dello 0,50% il costo del denaro nell’area della moneta unica. Nella conferenza stampa di Mario Draghi, iniziata alle 14.30 ora italiana, il numero uno della Bce ha affermato che “la politica monetaria rimane accomodante” e che sarà importante monitorare i dati che arriveranno dal fronte economico.

L’outlook sull’economia, ha detto Draghi, “rimane debole, con rischi al ribasso”, ma guardando alla seconda parte del 2013 e inizio 2014 la congiuntura dovrebbe beneficiare della ripresa della domanda domestica, grazie alle misure adottate dalla Bce.

Detto questo, “le proiezioni per il 2013 sono state riviste al ribasso”, esattamente al – 0,6%, contro -0,5% indicato tre mesi fa. “La revisione al ribasso per il 2013 è collegata al recepimento degli ultimi dati sui pil nazionali”, ha spiegato Draghi. Per il 2014 le nuove stime danno un Pil dell’area euro in rialzo a un tasso +1,1%, rivisto lievemente al rialzo rispetto alla precedente stima dell’1%.

Il presidente della Bce ha riconosciuto il problema della difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese, ha sottolineato poi anche che i membri della Bce hanno parlato della possibilità di tassi sui depositi negativi; tuttavia, a tal proposito, nonostante la Bce sia “tecnicamente pronta”, una manovra simile avrebbe effetti collaterali “non desiderati”, ha precisato il numero uno dell’Eurotower.

Rassicurazioni sul fatto che, anche se stavolta i tassi sono stati lasciati invariati, saremo “pronti a intervenire se sarà necessario”.
[ARTICLEIMAGE]
“La disoccupazione rimane a livelli altissimi, la situazione rimane di grande difficoltà ovunque”, ha proseguito il banchiere centrale. “I governi dovrebbero fare di più”. Ancora, “è essenziale” che i governi dell’area euro non “smontino” gli sforzi fatti sul risanamento dei conti pubblici, e eventuali concessioni di tempo supplementare per il raggiungimento di questi obiettivi dovrebbero restare “casi eccezionali”.

Draghi ha sottolineato che il primo motore delle prospettive di ripresa economica dell’area euro è l’export, che “è cresciuto in Germania, in Spagna e in Italia”.

L’istituto centrale dell’Eurozona ha tagliato il costo del denaro il mese scorso, aggiungendo di essere pronto a farlo ancora nel caso in cui una ripresa non dovesse materializzarsi nella seconda parte dell’anno, come invece prevede che avvenga.

I Paesi in difficoltà che ora godono di un atteggiamento più favorevole da parte dei mercati, ha spiegato Draghi, non devono abbassare la guardia e abbandonare gli sforzi per realizzare le riforme strutturali per la crescita.

Per Draghi, “il risanamento di bilancio è inevitabile. Non può esserci crescita con una creazione infinita di debito, prima o poi si viene puniti ed è esattamente quel che è successo. “il risanamento si può fare in maniera favorevole” alla crescita, senza aumentare le tasse.

Secondo Draghi, i prossimi passi per realizzare l’unione bancaria, e cioé il meccanismo unico di sorveglianza delle banche e quello relativo alla gestione dei fallimenti, sono “fondamentali” per ripristinare il funzionamento delle banche “e quindi richiedono una più veloce realizzazione”.

Infine il presidente della Bce ha risposto: “Non direi”, alla domanda se anche l’Eurotower si senta di fare un ‘mea culpa’ dopo le indiscrezioni di un report in cui il Fondo monetario internazionale esprimere rammarico per le dure misure di austerity imposte alla Grecia.