“L’Ue fa fronte a una minaccia esistenziale”. Parola di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, in occasione del suo discorso sullo Stato dell’Unione. Juncker ha lanciato un monito all’Europa, ha parlato di un “populismo galoppante” e di un Continente che ha dimenticato la sua storia. Nonostante l’alert lanciato sulla latitanza dello spirito di coesione tra i vari stati membri, Juncker ha anche rassicurato sul fatto che il futuro dell’Ue “non è a rischio” e che il concretizzarsi della Brexit non significa disintegrazione dell’Unione europea.
Il suo discorso arriva in un contesto di profondo deterioramento e crescente scetticismo verso Bruxelles. Il potere dell’Ue è sotto attacco. Basti pensare che, secondo le recenti e continue accuse, la responsabilità della Brexit risiederebbe proprio nell’atteggiamento autoritario che Bruxelles continua a mostrare verso i paesi membri. Tanto che Beata Szydlo, premier polacca, ha auspicato il cambiamento dei tratti Ue e “profonde rifome” tese a ridurre il potere di Bruxelles.
Forte è stata la reazione del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk contro la Polonia. Tusk ha affermato che la Polonia “sta facendo oscillare la barca europea”, in un momento in cui il Continente sta tentando di riprendersi dalla Brexit e in cui affronta allo stesso tempo questioni spinose come l’immigrazione e la crisi di banche e debiti.
Ma la Polonia non è l’unica a volere una riforma dell’Ue. Anche altri paesi dell’Europa centrale e orientale insistono sulla necessità di cambiare i trattati Ue per riprendere parte della sovranità di cui sono stati privati, in questo caso soprattutto per quanto concerne la gestione dei migranti.
Juncker ha intanto proposto un piano per rilanciare l’economia, altro tasto dolente dell’Europa. Il piano è quello di raddoppiare gli investimenti entro il 2022 a 630 miliardi di euro. Perchè gli investimenti, ha ricordato il numero uno dell’Ue, creano posti di lavoro.
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Juncker: l’Ue fa fronte a una minaccia esistenziale. Il numero uno della Commissione Ue, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, risponde alle recenti accuse, secondo cui la responsabilità della Brexit risiede proprio nel suo atteggiamento autoritario verso i paesi membri. Beata Szydlo, premier polacca, ha auspicato il cambiamento dei tratti Ue e “profonde rifome” che ridurrebbero il potere di Bruxelles.
Sempre sul tema Brexit, Juncker ha auspicato che il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue avvenga “il prima possibile in modo da adottare i passi necessari per consentire alle nostre relazioni con il Regno Unito, che è importante rimangano amichevoli, di assumere una nuova forma”. Con il monito a Londra Juncker ha affermato che se il Regno Unito vuole avere ancora l’accesso al mercato unico dovrà attenersi alle regole dell’Unione europea, in particolare i principi fondanti relativi alla libertà di movimento dei cittadini.
L’Ue fa fronte anche alla richiesta del ministro degli esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che ha affermato che l’Ungheria dovrebbe essere espulsa dall’Unione europea per il trattamento riservato ai migranti. Immediata la reazione dell’Ungheria, che ha definito Asselborn “borioso e arrogante”.
Mentre il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker parla nel corso del discorso sullo Stato dell’Unione, arriva l’avvertimento del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk contro la Polonia. La premier polacca Beata Szydlo ha infatti chiaramente detto che i trattati Ue dovrebbero essere cambiati e che Bruxelles dovrebbe avere meno poteri. Tusk ha affernato che la Polonia sta facendo oscillare la barca europea, in un momento in cui il Continente sta tentando di riprendersi dalla Brexit e in cui affronta allo stesso tempo questioni spinose come l’immigrazione e la crisi di banche e debiti. La Polonia non è l’unica a volere una riforma dell’Ue. Anche altri paesi dell’Europa centrale e orientale insistono sulla necessità di cambiare i trattati Ue per riprendere parte della sovranità di cui sono stati privati.
L’espressione di Jean Claude Juncker mentre parla Nigel Farage, leader del partito Ukip del Regno Unito e tra i più accesi sostenitori della Brexit.
Così il leader del UKIP. “Vorrei congratularmi con il suo predecessore Barroso per il suo nuovo posto di lavoro presso Goldman Sachs, pagato davvero bene. Qualsiasi cosa accadrà, Mr. Juncker, sono sicuro che i big boys si prenderanno cura di lei”.
Così Syed Kamall, parlamentare europea del Regno Unito, rivolgendosi a Juncker: “A giugno, il popolo britannico ha votato per lasciare l’Ue..ma le voci di insoddisfazione vanno ben al di là del canale. Non siate sorpresi se altri paesi chiederanno di fare la stessa cosa. Maggiore integrazione militare, più richieste di soldi ai paesi membri, più debiti per far contenti i socialisti. Più Europa costruirete, più distaccati si sentiranno i cittadini”.
Avvertimento all’Italia? Juncker auspica che il Patto di Stabilità non diventi un Patto di flessibilità.
Juncker propone di raddoppiare piano investmenti Ue a 630 miliardi euro entro il 2022 al fine di rivitalizzare l’economia dell’Unione europea.
“Investimenti significano posti di lavoro. Oggi, noi proponiamo di raddoppiare la durata del fondo e la durata della sua capacità finanziaria”. Così Juncker nel discorso che tiene ogni anno sullo Stato dell’Unione, rivolgendosi al parlamento europeo, a Strasburgo. “Ci assicureremo che il nostro piano europeo per gli investimenti fornirà un totale di almeno 500 miliardi di euro di investimenti entro il 2020 e lavoreremo per assicurarci di raggiungere 630 miliardi di euro entro il 2022”. Il piano originale di Juncker, lanciato nel 2015, aveva come target quello di stimolare l’economia europea con 315 miliardi di euro nel corso dei tre anni successivi.
Nel suo discorso, Juncker ha affermato anche che: “La disoccupazione è ancora troppo alta, l’Europa non è abbastanza sociale, questo lo dobbiamo cambiare, quindi lavoreremo al pilastro dei diritti sociali. E se anche la situazione dei debiti resta alta, essi si sono ridotti e questo dimostra che il Patto di stabilità ha suo effetto, ma non deve diventare patto di flessibilità: deve diventare un patto applicato con flessibilità intelligente. Juncker ha ammesso che “tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali. Dire sì con entusiasmo a Bruxelles e poi fare finta di non aver partecipato è il contrario di quello che definisco coerenza. Non dobbiamo più menare per il naso i cittadini europei. Li dobbiamo guardare negli occhi: sono stufi di lotte interne e menzogne. Si aspettano risultati e attuazione di quanto deciso”.
Così ha commentato il discorso di Jean Claude Juncker, numero uno della Commissione Ue, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Non c’è dubbio che la risposta più urgente è dare prospettive per i giovani su crescita e occupazione: questa è l’esigenza prioritaria dell’Unione europea”. Mattarella ha risposto ai giornalisti parlando da Sofia.
Juncker ha anche lanciato un alert sul “populismo galoppante”, dopo aver ammesso che l’Unione europea si trova ad attraversare una crisi esistenziale, parlando di presenza di “divisioni” in Europa.
Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione dell’Unione europea ha spezzato una lancia a favore della Bce di Mario Draghi. Le politiche monetarie adottate dalla Bce, ha detto Juncker, hanno permesso agli stati membri dell’Eurozona di risparmiare 50 miliardi di euro, grazie ai benefici “invisibili” prodotti.
Così Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, in occasione del suo discorso sullo Stato dell’Unione: “il concretizzarsi della Brexit non significa disintegrazione dell’ Unione europea“.