Società

È arrivato il loro momento: anche Ratzinger e Berlusconi su Twitter

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In un’intervista pubblicata qualche anno fa da un famosa rivista italiana interamente dedicata alla musica indipendente, il polistrumentista e compositore britannico Robert Wyatt dichiarò che la cosa che più assomigliava in casa sua ad un computer era la lavatrice.

Una battuta efficace per spiegare quale fosse il suo rapporto con la tecnologia: tra l’ex batterista e cantante dalla voce “metafisica” dei Soft Machine e la guida spirituale dei cattolici ci sono 18 anni di differenza. Ma, si sa, per i non “nativi digitali” l’età anagrafica non conta più di tanto. Semplicemente c’è chi si è presto abituato ed ha accolto con entusiasmo la rivoluzione digitale e chi proprio non ne ha voluto sapere.

E poi, a quanto pare,  non contano nemmeno il credo politico e il modo di guardare al mondo e pensare ad esso: difatti, Wyatt è notoriamente vicino a posizioni marxiste e basta dare uno sguardo ai titoli di alcuni suoi brani – da “Song for Che” a “The United States of Amnesia” – per rendersene conto.

 

A Benedetto XVI fu regalato un computer portatile nel periodo in cui doveva terminare un libro, ma era impossibilitato a farlo a causa della frattura del polso: un oggetto che, a quanto pare, è rimasto il più delle volte inutilizzato e a prendere polvere in qualche scaffale a causa dalla poca dimestichezza di Papa Ratzinger.

Tuttavia il Pontefice ha più volte manifestato una certa attenzione verso internet e i social network come strumento per evangelizzare i più giovani.

La sua sfida parte da Twitter: ma chi gestirà il suo profilo? E in che lingua deciderà di twittare? Visto il suo amore per l’idioma ufficiale della Chiesa Cattolica Romana, c’è chi non esclude che possa farlo addirittura in latino.

Silvio Berlusconi aprirà nei prossimi giorni un account ufficiale su Twitter: lo scopo sembra essere quello di lanciare il suo nuovo soggetto politico e rilanciare la sua figura, sembrata in forma assai poco smagliante negli ultimi tempi.

Su molti siti internet sono già partite le prese in giro verso l’iniziativa dell’ex premier e si sono sprecate le ironie tra chi – in maniera un po’ greve, ad onor del vero – ha subito tirato in ballo l’ “uccellino” che i creatori di Twitter hanno scelto come simbolo per il proprio sito.