Mercati

Allarme di Bill Gross: “Se la Fed continuerà ad alzare i tassi, si rischia il caos”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Se la Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi di interesse, si rischia il caos. Parola di Bill Gross, noto investitore americano, co-fondatore di Pimco, che in un’intervista alla CNBC ha ricordato come l’economia a stelle e strisce sia stata sostenuta “da migliaia di miliardi di dollari di spesa fiscale, ma alla fine, quando questa spinta sarà esaurita, avremo una lieve recessione”.

La flessione, spiega ancora Gross, sarà più profonda, “qualora i tassi di interesse dovessero continuare a salire”. Secondo Gross, un aumento ulteriore del costo del denaro potrebbe avere ripercussioni sul settore degli immobili commerciali, che potrebbero far fronte a “potenziali insolvenze”. Gli effetti dovrebbero essere più contenuti per il comparto residenziale, che  non sarà colpito nella misura in cui lo fu durante la Grande Recessione.

Gross invita la Fed alla cautela

Non è la prima volta che Gross si dice preoccupato sulla politica restrittiva della Fed. Pochi giorni fa dalle colonne del “Financial Times”, il “re dei bond” ha spiegato che la Fed “dovrebbe aspettare di vedere se il vaso è stato svuotato a sufficienza “.

L’era post-Covid, caratterizzata dal denaro a basso costo, ha creato “un sacco” di schemi Ponzi come “le criptovalute e i token non fungibili (NFT)”, ha scritto Gross, che ha esortato la banca centrale Usa a prestare maggiore attenzione ai “pericolosi livelli di indebitamento recentemente riconosciuti anche dalla Banca dei Regolamenti Internazionali”. Per Gross, i requisiti di accesso a mutui e prestiti basati sul capitale proprio “dovrebbero essere severamente limitata con il calo dei prezzi delle case”. “Se il tasso nominale sui fed funds dovesse salire, potrebbero esserci problemi. Troppa leva nascosta, troppo debito ombra” ha scritto.

L’avvertimento arriva dopo che la scorsa settimana la Fed ha aumentato di 50 punti percentuali il tasso di interesse di riferimento, portandolo al livello più alto dal 2007. “Abbiamo ancora un po’ di strada da fare”, ha affermato mercoledì il presidente della Fed Jerome Powell, aggiungendo che la banca continuerà su questa strada “fino a quando il lavoro non sarà terminato”.

Tuttavia, sembra che il mercato obbligazionario, soprattutto i titoli a 2 anni e 10 anni, non stia credendo al messaggio di Powell, secondo il quale la Fed rimarrà ancora a lungo orientata verso una politica monetaria aggressiva.