Società

A rischio sanità e pensioni: manovra in vista?

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ROMA (WSI) –  Potrebbe arrivare una nuova manovra economica con possibili correzioni dei conti pubblici con tagli alla sanità e alle pensioni. Il motivo? La pubblicazione la scorsa settimana da parte dell’Istat del dato sull’aumento del Pil nel 2015, un modesto +0,6%, ben inferiore alle attese e che come tale ha creato molta preoccupazione a via XX Settembre, sede del Ministero dell’Economia. Così ha commentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan:

“Verificheremo alla luce dei nuovi fatti la situazione e se c’è uno scostamento rispetto al Def, troveremo un aggiustamento”. Parole del ministro che da più parti sono state qualificate come l’arrivo di una nuova manovra economica che si baserebbe da una parte su nuovi tagli alla Sanità e alla Pubblica amministrazione e dall’altra su tagli anche al sistema previdenziale.

Proprio sul capitolo pensioni nelle ultime ore è scoppiata la polemica riguardante il ddl di riordino delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale che prevede l’ipotesi di tagliare le pensioni di reversibilità, ossia quelle erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore in caso di decesso. Un annuncio che ha già acceso gli animi all’interno delle forze politiche e che riceve il secco no anche dell’ex ministro del lavoro, Cesare Damiano, oggi presidente della Commissione lavoro della Camera, seduto tra le file della minoranza Pd.

“Il provvedimento in sé è positivo, ma prevede la possibilità di tagliare le pensioni di reversibilità. Per noi questo non è accettabile: si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti del Governo Monti (…) la previdenza non è una mucca da mungere”.

Tuttavia cerca di sedare gli animi, il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti che intervistato da Maria Latella su Sky Tg 24 rivela:

“Il governo sta pensando ad alcuni piccoli aggiustamenti, ma è prematuro parlare di una nuova manovra economica, forse più piccoli aggiustamenti ma sono gestibili, senza alcun tipo di sconquasso. La crescita del 2015, pari allo 0,7% è sul livello che ad aprile avevamo previsto nel Def, nell’aggiornamento pensavamo ci fossero i presupposti per sperare di andare un po’ meglio. Sulla base di quel documento anche le previsioni 2016-2017 al netto eventuali 0,1 troveranno sostanziale conferma”.