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Tassi negativi, prelievo sui conti italiani: si comincia

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GINEVRA (WSI) – Giugno è una data che si ricorderanno molti risparmiatori e correntisti italiani con un conto in una banca svizzera come Edmond de Rothschild e Julius Baer. Da quel momento non saranno più coperti dall’impatto dei tassi sotto zero. A riferirlo sono in questi giorni gli stessi istituti di credito, tramite una lettera indirizzata ai propri clienti.

“La qualità della relazione instaurata con i clienti e la loro soddisfazione sono le nostre maggiori priorità – esordisce il messaggio di Edmond de Rothschild -. Nel 2015 il nostro istituto aveva deciso di salvaguardarla dalle ripercussioni dei tassi d’interesse negativi sui saldi dei conti correnti espressi in euro fatturati alla scrivente società dalla Banca centrale europea“. Il tempo verbale utilizzato (trapassato imperfetto) fa capire che non sarà più così.

Dopo una serie in successione di tagli al costo del denaro, la Bce applica ormai tassi di interesse negativi sulle somme in euro depositate dai risparmiatori, che gli istituti a loro volta depositano presso la banca centrale. In sostanza, l’istituto centrale di Francoforte esegue su quei fondi un prelievo che le banche commerciali finora non scaricavano però sulla clientela.

Come un prelievo annuale sulla liquidità

Finora, appunto. Il periodo di grazia sta per giungere al termine. Ancora due settimane e i correntisti di Edmond de Rothschild subiranno un prelievo sulla liquidità tutt’altro che trascurabile. Per quelli di Julius Baer, il “calvario” incomincia invece a partire da domani, martedì 31 maggio.

Dopo che il 10 marzo nel disperato tentativo di rilanciare la ripresa e rinfocolare l’inflazione, Mario Draghi ha deciso di potenziare il programma di Quantitative Easing e abbassare di un ulteriore 0,1% il tasso di deposito, ossia gli interessi applicati ai conti di deposito, portandolo al -0,4%, “ai fini della corretta gestione il nostro istituto si vede costretto a ripercuotere sulla clientela il suddetto aumento relativo agli oneri finanziari», in particolare «per i saldi in conto superiori a centomila euro” a cominciare dal 15 giugno.

“Non è una novità per le somme liquide di vari milioni di euro, o per grandi aziende e fondi d’investimento, spiega Il Corriere della Sera. “Ma le banche fino ad oggi non avevano mai tassato depositi in euro in quantità più proprie al ceto medio benestante. E un prelievo annuo dello 0,4% è tutt’altro che trascurabile: dopo dieci anni sarebbe pari all’imposta di successione da genitori a figli, eppure è solo politica monetaria. Nella storia del capitalismo, aveva sempre funzionato in modo opposto: i tassi d’interesse remunerano chi detiene la liquidità”.

Altre banche seguiranno, diventerà la norma

Prima ancora di Edmond de Rothschild, banca con sede a Lugano i cui due terzi della clientela è italiana, è stata Julius Baer a comunicare alla clientela italiana e europea che da martedì 31 maggio applicherà un prelievo sulle somme superiori ai 100 mila euro. In un contesto di tassi negativi questa diventerà la norma. Basti pensare che ormai i tassi sotto zero sono la normalità in paesi che generano un quarto del Pil della Terra.

Gabriele Bruera, un gestore di risparmio in gran parte italiano presso la Compass di Lugano, è convinto che altre banche seguiranno man mano che i precedenti impieghi più fruttuosi del denaro si esauriscono: “Solo questione di tempo”, dice al Corriere della Sera. Si tratterà di un test in più per le banche italiane, già messe a dura prova dal problema delle sofferenze bancarie e dalla mancanza di fiducia della clientela dopo l’entrata in vigore del regime del bail-in.

“Non abbiamo ancora capito la portata di questo tsunami”, osserva Alida Carcano di Valeur, una società di Lugano con 1,7 miliardi in gestione quasi tutti di italiani. “I tassi negativi sono qui per restare“.

Tra i clienti di Carcano, riferisce Il Corriere, “uno su dieci chiede già di accumulare biglietti di banca in cassetta di sicurezza perché almeno lì non sono tassati. Poi nessuno osa, perché i problemi pratici e legali restano ingestibili. Molti altri però spingono per investimenti sempre più rischiosi pur di guadagnare l’uno o due per cento”.

Fonte: Il Corriere della Sera