Economia

Eurozona, Draghi: “Crisi è alle spalle”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

TEL AVIV (WSI) – E’ particolarmente ottimista il presidente della BCE Mario Draghi e ricevendo la laurea ad honorem all’Università di Tel Aviv ha affermato che la crisi dell’eurozona è passata.

“La crisi è superata e la ripresa dell’area dell’euro è resistente e sempre più ampia fra i vari paesi e settori (…) la domanda interna sostenuta dalla politica monetaria della Bce è il principale motore della ripresa. Cinque milioni di persone hanno trovato lavoro dal 2013 e la disoccupazione, anche se ancora elevato, è a un nuovo minimo da otto anni”.

Ma non solo nell’eurozona, anche a livello globale il settore finanziario secondo Draghi è ora più resistente.

“L’outlook economico mondiale sta migliorando e i rischi di un peggioramento sono in calo”.

A influenzare tale miglioramento anche la recente agenda politica e gli ultimi risultati delle elezioni tra cui quelle francesi che hanno sconfitto il populismo antieuropeista che negli ultimi dieci anni ha trovato come terreno fertile lo scoppio della crisi finanziaria globale nel 2008.

“Lo scoppio della crisi finanziaria globale nel 2008 e le ricadute sulla crisi del debito sovrano in Europa ha portato a una profonda recessione in tutto il mondo, a un netto aumento della disoccupazione, rendendo chiara l’incompletezza di alcune parti dell’architettura istituzionale della Ue (…) tutto ciò ha alimentato un terreno fertile per dare voce a una retorica populista e nazionalistica (…) Ma quel periodo di crisi è servito anche a migliorare la comprensione delle forze economiche e politiche e a tradurre questa nuova conoscenza in azione (…) Ora la maggioranza silenziosa ha ritrovato la sua voce, il suo orgoglio e la fiducia in se stessa”.

Ma nonostante l’ottimismo per Draghi c’è ancora da lavorare specie su due capitoli, sicurezza e migranti.

“Servono ulteriori progressi: l’architettura istituzionale dell’Unione economica e monetaria resta incompleta sotto diversi aspetti. (…) L’aggiustamento è iniziato con la creazione dell’unione bancaria. Ma il lavoro è lontano dall’essere esaurito e le sfide che dobbiamo affrontare vanno oltre l’Unione economica e monetaria. Riguardano sicurezza, migranti, difesa e queste sfide possono essere indirizzate solo mettendo insieme sovranità.