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WikiLeaks in politica: Assange si candida al senato in Australia

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NEW YORK (WSI) – Si capisce perché Hollywood corteggia la storia di Julian Assange per farne un blockbuster: nell’ultimo capitolo dedicato al fondatore di Wikileaks c’è la candidatura al senato australiano.

Assange avrebbe depositato la sua iscrizione alle elezioni del prossimo 14 settembre, presso la Commissione Elettorale Australiana di Melbourne, per conquistare un seggio nel Senato Victoria.

Poiché il discusso fondatore del sito spiffera-segreti vive attualmente nell’ambasciata ecuadoriana in Gran Bretagna, protetto dall’asilo politico, sarebbe stato il padre, John Shipton, a presentarne la candidatura. Molto probabilmente, non sarà solo in questa sua battaglia politica. Wikileaks in Australia si sta organizzando come un partito e sembra in grado di proporre una decina di candidati, secondo quanto riferito dal sito The Age.

In caso di elezione, Assange potrebbe essere costretto a delegare un membro di Wikileaks per ricoprire il suo seggio, se i suoi problemi legali non saranno stati almeno parzialmente risolti e proseguisse la sua permanenza forzata nell’ambasciata del Paese sudamericano. Diversamente, il giovane australiano potrà tornare in patria dopo un lungo esilio più o meno volontario. A quanto pare, le pendenze giudiziarie non sono in tutto il mondo un ostacolo alla carriera parlamentare.

Coraggioso o sfrontato, integerrimo o furbo, eroe ma antipatico, il fondatore del sito che ha messo in imbarazzo le ambasciate di tutto il mondo e, in particolare, la superpotenza statunitense, divide da tempo l’opinione pubblica. C’è chi lo considera vittima di un complotto, in cui rientrerebbero le accuse per molestie sessuali che lo attendono in Svezia, c’è chi manifesta contro la decisione del governo britannico di concedere la sua estradizione in Svezia e sfila regolarmente davanti all’ambasciata ecuadoriana per solidarietà, e c’è chi lo accusa di avere agito irresponsabilmente pubblicando segreti bellici sui conflitti in Iraq e Afghanistan, che hanno messo a rischio la sicurezza di militari e civili che collaboravano con le truppe straniere.

Oggi, la sua vicenda è al centro di una vera e propria crisi diplomatica tra Ecuador, Svezia e Gran Bretagna.

Certo è che Wikileaks è stato protagonista del più clamoroso caso di rivelazione di documentazione segreta del nuovo millennio, e non solo. Per la prima volta, la tecnologia digitale alleata a Internet ha denudato le stanze del potere come mai era accaduto prima, reclutando informatori in tutto il mondo che hanno depositato le loro informazioni nella “casella postale” di Wikileaks.

Uno stile che ha contagiato luoghi considerati al riparo da questo tipo di episodi, come le stanze vaticane. Vatileaks è stato infatti battezzato lo scandalo del furto di carte private del pontefice Benedetto XVI, a opera del suo maggiordomo. Un’altra vicenda, se l’accostamento è concesso, che potrebbe ispirare un film, ora più che mai.

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