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UBS, Weber: mercati troppo ottimisti, Bitcoin da evitare

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Il presidente della banca Axel Weber ha paura che il sentiment di mercato sia troppo ottimista e che la situazione potrebbe degenerare nello spazio di un anno. Sono tanti i segnali negativi, anche tecnici oltre che a livello dei fondamentali, che indicano un’eccessiva compiacenza degli investitori e il raggiungimento di un picco dei valori di Borsa.

In un’intervista concessa all’emittente statunitense CNBC in occasione del meeting di Davos organizzato dal World Economic Forum Weber ha spiegato che, senza soffermarsi sugli aspetti più tecnici, c’è molto semplicemente una differenza preoccupante tra l’ottimismo degli investitori e lo stato attuale dell’economia.

Secondo Weber gli investitori stanno correndo rischi senza ricevere in cambio un “compenso adeguato”. A un certo punto, se continua ancora così, questo trend dovrà giocoforza interrompersi. Per Weber i mercati potrebbero trovarsi in una posizione ancora più difficile tra un anno esatto quando si terrà il prossimo Forum di Davos, nel 2019.

Weber: mi sento di sconsigliare di investire in Bitcoin

Weber si è soffermato naturalmente anche nell’asset più discusso del momento: il Bitcoin. Il dirigente fa sapere che non è un investimento che si sente di consigliare. Quando si tratta di investire in criptovalute la banca fa una chiara distinzione tra i clienti istituzionali e quelli al dettaglio.

UBS consente ai clienti più preparati e più “maturi”, come gli istituzionali, di scambiare Bitcoin, ma questo non significa che Weber e colleghi approvino. Con quelli retail il discorso è completamente diverso, perché spesso si tratta di un problema di educazione finanziaria. La responsabilità in questo senso dovrebbe ricadere sulla banca.

“chi non capisce a fondo questi prodotti dovrebbe essere protetto dal prendere rischi puntando sulle criptovalute, perché se c’è un cliente che perde i suoi soldi in futuro, la domanda sarà: chi è stata quella banca che ha venduto questi prodotti e le banche saranno ancora una volta incolpate per quello che è avvenuto”.

Durante e dopo l’ultima crisi finanziaria globale, le banche sono state criticate per aver venduto strumenti finanziari rischiosi e complessi anche alla clientela retail, senza aver offerto le necessarie spiegazioni e senza aver avvertimenti dei rischi intrapresi.