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Wealth management: non bisogna trascurare l’intelligenza emozionale

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Wealth management: non bisogna trascurare l’intelligenza emozionale

La consapevolezza che le leadership più funzionali non sono necessariamente solo quelle basate solo sulla razionalità e le performance sembra essersi ormai affermata nel mondo imprenditoriale.
Il mondo della finanza, a uno sguardo superficiale, sembrerebbe il terreno ideale per l’approccio più “freddo” possibile. In fondo, potrebbe essere detto, qui più che altrove è con i numeri che si ha maggiormente a che fare. Vederla così, però, sarebbe un errore, secondo Lazetta Rainey Braxton co-fondatrice di 2050 Wealth Partners, una società di consulenza finanziaria registrata. La sua tesi è semplice: anche nel wealth management avere una connessione profonda con le emozioni degli altri è fondamentale.

“I leader carenti in Quoziente emozionale (EQ) agiscono rispettando il mantra stile Gillette degli anni Ottanta: ‘Non lasciare che ti vedano sudare’”, ha scritto la Rainey Braxton in un articolo su Financial Planning, “negare le emozione serve a questi individui come una strategia vincente, poiché creano una cultura che consente loro di mantenere il comando basandosi sulla definizione ristretta del quoziente intellettivo, dell’autorità e delle performance”. Questo approccio presenta però delle controindicazioni: “Quei leader non vedono che questo genere di cultura genera arroganza sostenuta da insicurezze personali”.

Intelligenza emozionale, un modello alternativo

Al contrario del modello appena descritto, “i leader della gestione patrimoniale che possiedono forti capacità di EQ impegnano, gestiscono e dirigono le proprie emozioni in modo produttivo”, ha scritto Rainey Braxton, “riconoscono i propri sentimenti arrivando alle cause profonde e si prendono cura di loro.
Come leader”, ha proseguito la consulente, “sviluppano capacità personali e perfezionano la loro abilità nell’affrontare situazioni che richiedono un ascolto profondo, empatia, comunicazione aperta e vulnerabilità sul posto di lavoro. Sono esperti nell’aiutare i membri del loro team a essere loro stessi”.

Come coltivare le emozioni

Lazetta Rainey Braxton ha citato alcuni metodi pratici per accrescere la propria sensibilità verso se stessi e gli altri. Con essa si potranno instaurare rapporti più proficui con i propri colleghi e i propri clienti.

Fare un inventario dei traumi personali. “Spesso le ferite irrisolte provocano sentimenti feriti che si riversano nelle relazioni personali e lavorative. Se non affrontate, potresti rendere infelice la vita di altre persone facendo ciò come se fosse un modo per placare il tuo dolore. Pensa a come puoi risolvere questi problemi e cerca aiuto se necessario”, ha affermato la consulente.
Stilare una lista dei traumi avuti sul posto di lavoro, con una relativa valutazione culturale. “Esaminare il tuo team in merito alla sua esperienza può fornire informazioni preziose sulla vera cultura dell’azienda e aprire opportunità per migliorare la comunicazione, il coinvolgimento e la composizione del team”.

Rivedere l’obiettivo, la visione e i valori della tua azienda per dare più spazio all’intelligenza emozionale. “Rivedi i messaggi della tua azienda e determina se la struttura e il futuro dell’azienda incorporano un’autentica costruttività nelle relazioni, una comunicazione aperta e responsabilità verso gli altri.