Mercati

Wall Street resiste a spinte ribassiste. Dow a un soffio da 14.000 punti

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Wall Street migliora dopo un momento di sbandamento in avvio. Il tori hanno dovuto resistere alle spinte ribassiste dopo la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori, relativo al mese di gennaio. La delusione per il dato aveva per un po’ smorzato l’effetto placebo degli ottimi numeri giunti prima dell’avvio delle contrattazioni dal fronte immobiliare. A fine seduta il Dow Jones guadagna lo 0,52% a 13.954 punti, aggiornando i nuovi massimi da ottobre 2007. Analoghi i guadagni dello S&P’500 a 1.508 punti. Mentre il Nasdaq chiude in lieve flessione (-0,01% a 3.154 punti). Volumi sopra la media.

Mentre l’indice di volatilità VIX resta scollegato dal mercato, il Dow e lo S&P continuano dunque a recuperare terreno a fronte di un aumento della debolezza dei rendimenti decennali dei Treasuries. Sul fronte delle materie prime, proseguono i consolidamenti per oro e argento In generale, gli operatori fanno notare un aumento dei rischi in attesa del Fomc di domani.

Sul fronte societario, Amazon ha annunciato oggi dopo la chiusura delle contrattazioni al Nasdaq che nel quarto trimestre del 2012 il suo utile netto è calato del 45% a 97 milioni di dollari, pari a 0,21 dollari per azione. Il calo è stato dovuto all’aumento dei costi. I ricavi sono aumentati lo scorso trimestre del 22% a 21,27 miliardi di dollari. Gli analisti avevano previsto in media un utile netto di 0,28 dollari per azione e ricavi di 22,26 dollari miliardi. Superiore alle stime invece il margine lordo che si è attestato al 24,1% contro il 21,9% atteso da Wall Street. Il titolo sale nel dopo-borsa dell’8,2%

Di fatto, stando al Conference Board, la fiducia dei consumatori è scivolata al minimo dal novembre del 2011. Motivo? Le tasse più alte imposte agli americani, che hanno avuto un effetto immediato sulle paghe percepite. L’indice è così calato a quota 58,6, contro i 66,7 punti di dicembre e peggio delle stime.

La flessione coincide con il rialzo di due punti percentuali della “payroll tax” – letteralmente tassa sugli stipendi – utilizzata per finanziare i contributi sociali del Social Security, il sistema di previdenza degli Stati Uniti.

Wall Street nel frattempo manda un messaggio molto chiaro a Washington affinche’ l’amministrazione provveda a ridurre il deficit al piu’ presto. Per risolvere il nodo del debito, diminuisca le spese pubbliche e non alzi le entrate.

Da un sondaggio condotto a gennaio dall’emittente CNBC otto persone su dieci hanno risposto che gli Stati Uniti dovrebbero agire al piu’ presto per varare un piano che porti il paese verso un deficit di bilancio sostenibile”. Solo il 20% crede che gli Stati uniti abbiano il tempo per fare qualcosa o che addirittura possano anche non toccare le finanze.

Indice S&P 500 sotto pressione per la seconda giornata consecutiva, dopo otto giorni di rialzi, la fase di guadagni più duratura dal 2004. Da segnalare che, nel pieno della stagione degli utili, il 75% dei profitti delle 174 società scambiate sul listino che hanno comunicato finora i bilanci ha battuto le stime.

Tornando al fronte macro l’indice S&P/Case-Shiller, relativo ai prezzi delle case, ha registrato a novembre una crescita, su base annua, +5,5%: si tratta dell’incremento più forte dall’agosto del 2006. In media, gli analisti intervistati da Bloomberg avevano previsto un aumento +5,6%. Il dato alimenta l’ottimismo sulle condizioni di salute del mercato immobiliare. I tassi sui mutui, che viaggiano vicini al record minimo, stanno infatti sostenendo la domanda, a un ritmo che supera l’offerta: di qui, il rafforzamento dei prezzi.

“L’aumento dei prezzi delle case è una storia di domanda/offerta che continuerà quest’anno – ha commentato in una intervista a Bloomberg Jennifer Lee, economista senior presso BMO Capital Markets a Toronto – Le scorte sono basse, e si tratta di una buona notizia per i prezzi delle abitazioni. I prezzi più alti alimenteranno la fiducia e la spesa”. (ma la fiducia sembra indicare un quadro diverso).

Al via oggi il meeting del Fomc – braccio di politica monetaria della Fed – che si concluderà domani con la decisione sui tassi e con il comunicato sulle prossime eventuali mosse o piani di politica monetaria. Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, dovrebbe annunciare un nuovo round di operazioni di acquisto di titoli di stato per un ammontare complessivo di 1.140 miliardi di dollari. Cosi’ almeno secondo le anticipazioni degli economisti interpellati da Bloomberg.

Alcuni funzionari della Fed hanno avvertito che l’espansione del bilancio dell’istituto – che non trova precedenti nel passato – rischia di rendere vani gli sforzi che eventualmente sarannno effettuati in futuro per dare una stretta monetaria quando se ne presentera’ il bisogno. Ma visti i dati macro ancora non del tutto convincenti, di exit strategy si tornera’ a parlare con ogni probabilita’ il prossimo anno.

In ambito valutario, l’euro -0,23% a $1,3486; dollaro/yen -0,19% a JPY 90,67.

Quanto alle commodities, i futures sul petrolio +0,69% a $97,11 al barile, mentre quotazioni oro +0,58% a $1.664,60 l’oncia. I rendimenti dei titoli decennali in calo all’1,955%.

ALERT SULLA POLITICA FED

TITOLI MARKET MOVER DELLA GIORNATA

ALLA RICERCA DI NUOVI ASSET RIFUGIO