Mercati

Wall Street negativa, limita i danni nel finale

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) -Chiusura leggermente negativa per Wall Street tra dati macro migliori delle attese e timori che la Fed interrompa prima del previsto la sua politica monetaria accomodante. La tenuta della Borsa americana è comunque significativa per come avevano aperto stamani i mercati con il crollo di Tokyo seguito ai dati pessimi sulla manifattura cinese. A fine seduta il Dow segna un calo dello 0,08% a 15.295 punti, mentre il Nasdaq fa – 0,12% a 3.459 punti. Infine, lo S&P 500 in flessione dello 0,26% a 1.651 punti.

Il petrolio ha chiuso quasi invariato: il contratto a luglio ha perso 3 centesimi a 94,25 dollari il barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani hanno girato in positivo con rendimenti in calo al 2,02% per il bond decennale, benchmark del settore, e al 3,19% per il bond trentennale. Sui mercati valutari, l’euro sale a 1,2934 dollari mentre il biglietto verde cala a 101,82 yen.

Gli operatori non aspettavano altro che una scusa per intascare qualche profitto dopo la corsa portentosa degli ultimi mesi. Fed e Cina l’hanno offerta. O almeno nelle ultime 24 ore e’ esattamente il fenomeno a cui abbiamo assistito su tutti i mercati mondiali.

La Federal Reserve sta gia’ pensando a come impostare le prossime strategie di uscita dalle politiche accomodanti straordinarie di stimolo alla ripresa. Questo non aiuta di certo i mercati. I dati cinesi hanno fatto il resto e le Borse di Giappone ed Europa hanno accusato il colpo.

Il PMI cinese e’ sceso a 49,6 in maggio, secondo i dati diffusi da HSBC Holdings Plc e Markit Economics. Gli economisti si aspettavano in media una lettura di 50,4, pari ai 50,4 registrati in aprile. Un risultato sotto 50 segnala una fase di contrazione dell’attivita’ manifatturiera.

Come se non bastasse, il settore manifatturiero Usa ha segnato un rallentamento per il secondo mese consecutivo. In maggio, secondo i dati preliminari sul comparto diffusi da Markit, l’indice Pmi manifatturiero è sceso ai minimi da sette mese, collocandosi a 51,9 punti dai 52,1 del mese precedente. Una lettura superiore indica ai 50 punti indica la presenza di una fase di espansione.

Indicazioni positive, invece, dal mercato del lavoro Usa. Nella settimana terminata il 18 maggio, il numero dei lavoratori degli Stati Uniti che ha fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione è sceso di 23.000 a quota 340.000 unità.

Intanto, in aprile le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono cresciute, con i prezzi che hanno segnato massimi storici, ennesimo segnale del rafforzamento del mercato immobiliare americano dopo il baratro della crisi.

Ritracciano le societa’ finanziarie, con JP Morgan Chase e Morgan Stanley che scivolano di oltre un punto percentuale. Addirittura di quasi il 3% il calo di Bank of America.

Tutt’altro discorso va fatto per i titoli di Hewlett-Packard. La performance del gruppo informatico e’ da ricordare, con un rialzo di due punti percentuali. Motivo principale, l’emissione di stime sui profitti fiscali del terzo trimestre migliori di quelle che si aspettavano gli analisti.

In ambito valutario l’euro +0,30% a $1,2894; dollaro/yen -1,67% a JPY 101,43; euro/franco svizzero -0,96% a CHF 1,2458.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -1,39% a $92,97 il barile, oro +1,34% a $1.385,70. Quanto ai Treasuries Usa, i rendimenti di riferimento decenalli cedono quattro punti base al 2%.