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Wall Street, i future sugli indici Usa intravedono una nuova seduta volatile

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In attesa di capire se anche per oggi a Wall Street sarà una nuova giornata di passione come quella di ieri, i future sugli indici delle Borse Usa si muovono contrastati. Il future sull’indice Dow Jones è in terreno positivo (+0,35%) mentre quello sul Nasdaq arretra dello 0,85%. Debole anche quello sull’S&P 500 che cede lo 0,32%.

Ieri il Dow Jones ha terminato la seduta precipitando di 807,77 punti (-2,8%), a 28.292,73 punti, riportando la peggiore flessione dallo scorso 11 giugno. Lo S&P 500 è scivolato del 3,5% a 3.455,06 mentre il Nasdaq Composite ha sofferto un tonfo del 5% a 11.458,10, dopo che nella sessione della vigilia aveva superato la soglia psicologica dei 12.000 punti per la prima volta in assoluto.

Il crollo di Apple

Tra i cali più vistosi spicca quello di Apple -8%, il più forte dalla metà di marzo, nel pieno dell’alert globale sul coronavirus.
Molte volte in Borsa si sono visti tonfi ben superiori al -8% messo a segno ieri da Apple.
Ma andando oltre alle percentuali, gli analisti sottolineano che quella di ieri è stata la perdita maggiore di sempre per un singolo titolo in termini di capitalizzazione.
Dall’alto del suo status di titolo a maggior capitalizzazione di Wall Street, il colosso di Cupertino con il calo dell’8,01% di ieri ha bruciato quasi 180 miliardi di dollari di valore di mercato (equivalente a quasi 152 mld di euro). Battuto il precedente primato di Facebook che nel 2018 aveva visto andare in fumo in un giorno 120 miliardi di dollari a seguito dello scandalo Cambridge Analytica.

La capitalizzazione record di Apple (scesa ieri sotto i 2.100 miliardi) fa sì che in un giorno Apple abbia bruciato più del doppio del valore in Borsa di Enel (77,2 mld), la blue chip più grande di Piazza Affari. Addirittura oltre 5 volte quello di Intesa Sanpaolo (34,7 mld) e oltre 6 quello di Eni (28,2 miliardi).

Gli avvertimenti dei gestori

Già da alcuni giorni numerosi analisti avevano segnalato che la corsa per le Borse Usa poteva avere il fiato corto.
In particolare il consigliere economico capo di Allianz, Mohamed El-Erian, sulle colonne del Financial Times aveva evidenziato che l’atteggiamento degli investitori professionisti si sta facendo più cauto. Il mercato dei derivati, e in particolare quello delle opzioni, infatti, rivelerebbe un crescente timore sulla possibilità di nuovi ribassi sui mercati. Da questo atteggiamento i piccoli risparmiatori dovrebbero, a detta di El-Erian, “prendere nota”. Il mercato, infatti, potrebbe coglierli di sorpresa.
“Nonostante le accorate preoccupazioni in merito alle valutazioni azionari, che si sarebbero separate dai fondamentali societari ed economici sottostanti, pochi gestori di fondi sono stati disposti a sfidare il mercato piazzando posizioni corte”, ovvero scommettendo sul ribasso imminente dei mercati, ha affermato il consigliere di Allianz. “Coloro che normalmente avrebbero assunto posizioni corte sul mercato per il timore delle valutazioni eccessive non desiderano essere nuovamente schiacciati dalla liquidità favorevole e dal forte condizionamento al ‘buy-the-dip’ [traducibile in ‘compra quando il mercato è sceso’] che ne deriva”, aveva poi sottolineato El-Erian.