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Wall Street chiude in rialzo la peggior settimana dal 2011

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude la seduta in rialzo la peggior settimana dall’agosto del 2011, sull’idea che la Fed possa continuare il piano di stimoli e sulla scia di una serie di trimestrali superiori alle attese.

Nel finale il Dow guadagna l’1,63% a 16.380 punti, il Nasdaq segna un rialzo dello 0,96% a 4.258 punti mentre lo S&P 500 cresce dell’1,30% a 1.885 punti.

L’oro segna un calo dello 0,18% a 1.239 punti mentre torna a salire il greggio Wti, in crescita dello 0,27% a 82,94 dollari al barile

In calo del 13% l’indice di volatilità Vix.

La spinta positiva è iniziata ieri dopo che il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha chiaramente detto che la Banca centrale americana dovrebbe posticipare la fine del programma di acquisto dei bonds (QE). Il prossimo incontro del board della banca centrale statunitense è il 28 e 29 ottobre, riunione che, fino a poco tempo fa, si pensava avrebbe sancito la fine del programma di quantitative easing.

Sul fronte macro, il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che lo scorso mese le costruzioni di nuove case sono aumentate negli Stati Uniti del 6,3% a 1.017.000 unità sopra le attese del mercato.

Sale intanto ai massimi da sette anni la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan: in ottobre l’indice è salito rispetto a settembre, da 84,6 a 86,4 punti. Si tratta del più alto livello dal luglio del 2007. Gli economisti avevano atteso un calo a 84 punti.

Intervistata da Cnbc Gina Martin Adams, strategist dell’azionario presso Wells Fargo Securities, ha sottolineato che “chiaramente, la propensione al rischio è tornata (su Wall Street) dopo i commenti di Bullard”. A suo avviso, l’azionario riporterà una buona performance nel lungo termine, ma nel breve le operazioni di trading potrebbero rimanere molto volatili e dipenderanno da quello che dirà la Fed. Un recupero potrebbe arrivare dal mercato delle small cap che, dopo aver toccato il fondo, ha recuperato terreno. Di fatto, su base settimanale, l’indice Russell è in crescita +3,1%, a fronte del calo -2,3% dello S&P 500.

“Potremmo assistere a qualche giono di rally di natura tecnica e poi a un sell off a meno che non si risolverà qualcosa”, ha detto Mark Luschini, responsabile strategist degli investimenti presso Janey Montgomery, sottolineando che le più grandi preoccupazioni degli investitori Usa sono il contagio del virus Ebola e i dati economici poco confortanti a livello globale.

Mercato obbligazionario prende fiato dopo il rally delle scorse sedute con i rendimentin dei treasuties a 10 anni in aumento di 5 punti base a 2,2%.

Sul fronte aziendale, all’indomani dei risultati societari resi noti da Goldman Sachs, Morgan Stanley ha riportato utili netti per un valore di $1,71 miliardi, o 84 centesimi per azione, nel trimestre terminato lo scorso 30 settembre, a un livello superiore alle stime.

Google ha ieri annunciato risultati del terzo trimestre leggermente sotto le attese degli analisti, portando il titolo a cedere circa il 3% negli scambi del dopo borsa.

Advanced Micro Devices ha ieri annunciato l’intenzione di tagliare il 7% dei posti di lavoro, mentre stima ricavi per il trimestre in corso al di sotto delle attese.

General Electric sale dopo l’annuncio di un utile netto nel trimestre di 3,54 miliardi di dollari, 35 centesimi per azione, contro 3,19 miliardi o 31 centesimi per azione l’anno prima.

Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio recuperano terreno dopo essere scesi al di sotto della soglia a $80 per la prima volta dal giugno del 2012. Il contratto WTI scambiato a New York fa +1,75% a $84,15 al barile. Quotazioni oro -0,35% a $1.236,90.

In ambito valutario, l’euro continua a recuperare terreno e fa +0,09% a $1,2819; dollaro/yen +0,23% a JPY 106,55; euro/franco svizzero piatto con +0,03% a $1,2074. Euro/yen +0,28% a JPY 136,59.