Economia

Vita dura per “furbetti del cartellino”, licenziamento entro 30 giorni

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NEW YORK (WSI) – Vita dura per i cosiddetti ‘furbetti del cartellino’. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera il 15 giugno al decreto legislativo che rivede le sanzioni per l’assenteismo ingiustificato nella pubblica amministrazione, ossia per quei dipendenti che una volta timbrato il badge non entrano in ufficio ma vanno a fare la spesa o in palestra o a fare il secondo lavoro.

Secondo quanto prevede il provvedimento, il “dipendente infedele” sara’ sospeso in 48 ore e licenziato in 30 giorni.  “Per i furbetti del cartellino è finita la pacchia”, è “un provvedimento cattivo ma giusto” ha detto il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri: “D’ora in poi si va a casa”.

Nel dettaglio, il percorso sanzionatorio prevede che, entro 48 ore dal momento in cui il dipendente viene colto in flagrante, arriva la sospensione insieme alla contestazione dell’addebito. Da questo momento partono i 30 giorni per arrivare al licenziamento, ma per assicurare il diritto alla difesa il contraddittorio andra’ fissato almeno 15 giorni dopo la sospensione. In attesa del verdetto, al dipendente sospeso verra’ assicurato solo l’assegno alimentare (circa la meta’ del salario base).

L’unico caso in cui i 30 giorni vengano sforati riguarda quello in cui il dipendente non sia reperibile. Per rintracciarlo quindi viene inviata una raccomandata, per cui al massimo i giorni diventano 60 (la meta’ dei 120 previsti oggi).

Ma la stretta riguardera’ anche i dirigenti che non denunceranno i propri dipendenti ‘fannulloni’. Per quelli che non fanno partire subito il procedimento disciplinare sara’ prevista la segnalazione all’autorita’ giudiziaria, che dovra’ valutare se ci sono gli estremi per contestare il reato di omissione d’atti d’ufficio (carcere da sei mesi a due anni) . Sempre nel caso in cui il dirigente faccia finta di non vedere parte anche il procedimento disciplinare che puo’ portare al licenziamento (oggi c’e’ la sospensione). Il furbetto rischia anche di pagare allo Stato i danni di immagine, pari ad almeno sei mesi di stipendio.