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Violenze Catalogna, “Spagna dovrebbe essere sospesa dall’Ue”

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Che il voto popolare sull’indipendenza della Catalogna sia illegale e che le autorità della regione con ambizioni secessioniste abbiano commesso un reato è un dato di fatto almeno quanto lo sono gli abusi e le violenze compiuti dalle forze dell’ordine della Spagna per tentare di impedire che il referendum si svolgesse lo scorso primo ottobre.

È in sintesi il concetto espresso da Nigel Farage al Parlamento Europeo, che fatto appello agli articoli del Trattato di Lisbona. L’ex membro dell’UKIP, partito di destra inglese che ha promosso il referendum sulla Brexit, ha definito le violenze commesse dalla polizia e quindi dallo Stato spagnolo in Catalogna “un assaggio della soppressione dell’Unione Europea”.

A tutti quelli che pensano si tratti di una faccenda politica interna, come l’ha descritta il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, Farage ha risposto dicendo che si tratta invece di diritti umani, calpestati negli ultimi giorni dalle autorità di Spagna.

Secondo l’articolo 7 del Trattato di Lisbona, la Spagna dovrebbe essere sospesa dall’Unione Europea per aver violato l’articolo 2. La Spagna ha inviato e dispiegato forze militari a Barcellona in vista della prossima dichiarazione di indipendenza della Catalogna contro popolazione civile disarmata.

L’articolo 2 del Trattato fondatore dell’Unione Europea dice che “l’Unione è fondata sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia”, incluso il diritto delle persone ad appartenere a delle minoranze. “Questi valori sono condivisi dagli Stati Membri, in una società in cui prevalgono pluralismo, atti non discriminatori, tolleranza, giustizia e uguaglianza tra donne e uomini”.

Se viene determinata la seria presenza di una violazione dell’articolo sopra citato e il persistere della stessa, l’articolo 7 stabilisce che il Consiglio Europeo, rappresentato da una maggioranza qualificata, “può decidere la sospensione dei diritti derivanti dall’applicazione dei Trattati allo Stato membro in questione, compreso il diritto di voto dei rappresentanti del governo in sede di Consiglio”.