Economia

Ok a Def “tassa e spendi”, governo alza stime sul Pil

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Via libera alla manovra e rialzo delle stime sul Pil. Dopo due ore di Consiglio, ieri i ministri hanno approvato il Documento di economia e finanza (Def), insieme al Programma nazionale delle riforme e alla manovrina da 3,4 miliardi per correggere i conti, in accordo con la richiesta Ue. Contestualmente, il governo ha rivisto leggermente al rialzo la crescita dell’anno in corso.

“Abbiamo i conti in ordine e li abbiamo non aumentando le tasse ma accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e di promozione della crescita” ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine del Cdm. “Il lavoro fatto in questi anni continua – ha aggiunto – e continua con il binomio riforme-crescita che porta anche a mettere a posto i nostri conti”.

Entrando nel dettaglio della manovra, circa 2,8 miliardi saranno destinati ai contratti degli statali con un aumento in busta paga di circa 85 euro lordi. Il tutto con i rinnovi 2016-2018. Inoltre potrebbero essere stanziati anche 2,3 miliardi di euro per il 2019 e 4,6 miliardi per il 2020. Per centrare l’obiettivo degli 85 euro e dunque attivare risorse per 2,8 miliardi si calcola che 1,6 miliardi verranno per l’impiego pubblico del settore “Stato”, mentre altri 1,2 miliardi invece sarebbero diretti al settore “Non Stato” ovvero per utti i bilanci locali e degli enti.

“L’Italia si trova in una fase di transizione verso una crescita più solida, sostenibile e inclusiva, la stiamo inseguendo: è necessario rafforzare questa fase, capitalizzare la strategia di benefici delle riforme recenti che sta continuando e in cui il governo è pienamente impegnato” ha spiegato il ministro dell’economia Padoan sul Def.

Nel Def, approvato dal Consiglio dei ministri, il governo ha rivisto leggermente al rialzo la crescita prevista per l’anno in corso. La nuova stima del Pil all’interno del quadro macroeconomico è infatti pari all’1,1% contro l’1,0% previsto finora e ridotto l’obiettivo di deficit “attorno al 2,1% del Pil” dal 2,3% dello scorso autunno. Il Pil è ridotto invece a +1% da +1,3% nel 2018 e a +1% da +1,2% nel 2019 a causa del più severo percorso di risanamento del deficit. Il target di deficit dovrebbe infatti essere confermato nel 2018 all’1,2% del Pil.

“Siamo continuamente in contatto con Gentiloni che è il buon senso fatto premier e Padoan che è un ottimo ministro”. Lo ha detto il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, secondo il quale Bruxelles attende ancora di avere altri dettagli, sebbene l’Italia sia sulla strada giusta.

Il governo italiano – ha riconosciuto Juncker – “sta facendo grandi sforzi per tenere sotto controllo il proprio deficit pubblico”, “tuttavia, sul medio e lungo periodo, per salvare se stessi e l’Unione monetaria, è necessario che gli italiani risanino in modo decisivo le proprie finanze pubbliche e in particolare il loro enorme debito pubblico“.