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Consultazioni al via: governo Padoan o al voto anticipato

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il via oggi alle consultazioni parlamentari per tentare di formare una nuova coalizione di governo che avrà come scopo principale quello di riformare la legge elettorale prima del possibile voto anticipato dell’estate 2017. Stasera si recheranno al Colle le tre cariche istituzionali più alte, di cui Mattarella vuole sentire il parere, ovvero i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini, accompagnati dall’ex capo del Quirinale Giorgio Napolitano.

In un secondo tempo, domani, verranno ascoltati i rappresentati dei vari partiti a cominciare da quelli più piccoli. Si entrerà nel vivo della partita sabato, quando saliranno al Colle i maggiori formazioni politiche: sarà concessa un’ora di colloqui per ciascun gruppo. Il M5S si presenterà con i soli capigruppo, senza Beppe Grillo e i big Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Per il PD ci saranno il presidente Matteo Orfini, il vicesegretario Lorenzo Guerini e i capigruppi Ettore Rosato e Luigi Zanda.

L’obiettivo del capo di Stato è probabilmente quello di favorire una soluzione di continuità al governo per poter mettere in sicurezza le banche in crisi patrimoniale, in primis Mps che ha chiesto alla Bce tempo fino al 20 gennaio, per poter completare l’aumento di capitale da 5 miliardi necessario per evitare bail-in o salvataggio di Stato.

In quest’ottica lo scenario post consultazioni più gettonato è quindi quello di una formazione di governo con l’attuale ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (in pole position per prendere il posto di Renzi) alla guida di un esecutivo incaricato di portare a termine le riforme più importanti, come la revisione dell’Italicum, e di garantire stabilità politica alla terza forza economica dell’area euro.

Un altro scenario che sta prendendo piede è quello di elezioni anticipate dopo la di una legge elettorale al Senato che si affianchi all’Italicum, che vale per la Camera. Con le riforme costituzionali approvate dal parlamento il governo aveva abolito il Senato elettivo, ma dopo la bocciatura del referendum del 4 dicembre, le due aule di Camera e Senato hanno due sistemi completamente diversi di elezione (maggioritario la prima, proporzionale la seconda), di premi di maggioranza e nomine.

Se i mercati finanziari (vedi live blog) sono stati relativamente calmi in seguito alla sconfitta bruciante del governo Renzi nel referendum di domenica scorsa lo si deve non solo al fatto che scontavano già nei prezzi l’esito del voto ma anche perché gli operatori e gestori erano consapevoli del sistema costituzionale italiano e dell’iter delle consultazioni parlamentari. Soprattutto si fidano evidentemente della figura di Mattarella, che si è auto definito “arbitro silenziosamente persuasivo”, quale garante di stabilità e continuità.