Economia

Vent’anni di euro, come sono cambiati i prezzi

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Dall’impennata dei prezzi di frigoriferi e smartphone, alla contrazione di quelli di microonde e passate di pomodoro. Dai rincari record sui prezzi del caffè al bar a quelli dell’energia elettrica. Altroconsumo ha acceso i riflettori su come sono cambiati i prezzi dal 2001, ovvero dall’adozione dell’euro, al 2021.

Qualche esempio? Bere un caffè al bar ora costa 2,5 volte tanto rispetto al 2001: è questa una delle voci in cui abbiamo registrato le voci di crescita più importanti. Siamo passati da un costo medio di 0,46 euro per una tazzina nel 2001 a 1,04 euro nel 2020, una crescita del 124%. E se volessimo andare in pizzeria? Anche qui, il prezzo di una pizza e una bibita ha registrato una variazione importante: +75,7%. Se nel 2001 spendevamo in media 5,50 euro, nel 2020 siamo passati a un prezzo medio di 9,66 euro.

Significativi i rincari anche per i trasporti: nel 2001 il biglietto poteva essere ancora acquistato in lire e costava dappertutto 1.500 lire (0,77 euro). E oggi? Nelle città prese in considerazione un biglietto costa 1,50 euro, a eccezione di Milano, dove si spendono 2 euro. In 20 anni la crescita dei prezzi, dati alla mano, è stata del 94% in tutte le città, del 158% a Milano.

Guardando ai prezzi di elettrodomestici e prodotti hi-tech spicca l’aumento di frigoriferi (+64%), fotocamere (71,17%) e cellulari (40,91%), mentre sono calati quelli di notebook (-48,06%), lavatrici (-30,70%) e forni a microonde (-51,33%).

In questi ultimi 20 anni – spiega Altroconsumo-  i prezzi sono cresciuti complessivamente del 33,4%, a fronte di un tasso di inflazione annuo che si attesta al 3,8%. Una crescita che è stata decisamente meno marcata negli ultimi anni, considerando che tra il 2019 e il 2020 abbiamo assistito a una contrazione dei prezzi dello 0,1% e se consideriamo il biennio 2019-2021 la crescita di attesta allo 0,27%.

Alimentari: prezzi contenuti, unica eccezione il pane

Se c’è un settore in cui gli aumenti di prezzo negli ultimi 20 anni sono stati contenuti, è l’alimentare. Dal 2001 i prezzi dei prodotti alimentari hanno corso meno dell’inflazione e a volte sono addirittura diminuiti.

Su varie tipologie di prodotti gli aumenti ci sono stati, ma talmente contenuti che non hanno tenuto il passo con l’inflazione. L’eccezione tra gli alimentari è il pane (+82%).

Anche Mc Donald, il più famoso fast food al mondo ha subito variazioni, seppur contenute, nel corso degli ultimi 20 anni. Ipotizzando di acquistare nel corso dell’anno 48 panini Big Mac in uno dei punti vendita Mc Donald’s spenderemmo 16 euro in più rispetto al 2001. Il panino è infatti passato da un prezzo di 4,20 euro del 2001 ai 4,53 euro del 2021, anche se il suo costo è diminuito del 7,5% rispetto al 2019 quando ne costava 4,90 euro.

Conti correnti: rincari sotto la crescita dell’inflazione

Pasando ad analizzare i costi dei conti correnti, Altroconsumo ha analizzato il profilo di una famiglia con operatività media (228 operazioni in un anno) con accredito stipendio, bonifici, prelievi ATM da altre banche e carte di debito. Dal 2021 il costo del conto corrente si è mantenuto ben al di sotto della crescita complessiva dei prezzi.

Il costo medio annuo è passato dai 95,36 euro del 2001 ai 110 euro nel 2021, con una crescita del 15,35%. L’aumento della concorrenza nel settore, favorita anche da nuove norme in fatto di trasparenza e da una maggiore mobilità dei clienti, hanno avuto un effetto positivo anche sui prezzi.

E l’energia elettrica?  Il prezzo per kWh per una famiglia residente (e contatore da 3 kW) è passato da 0,0945 euro del 2001 a 0,34 euro del 2021: una crescita del 360%.