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Valute: il successo dell’euro sul dollaro è un’illusione

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ROMA (WSI) – Nell’ultimo anno l’euro ha recuperato terreno sul dollaro? Sì, ma gli investitori nel mercato del Forex dovrebbero fare molta attenzione, perché la moneta unica sarebbe ancora a rischio. “La situazione è irrecuperabile”: parola di Lars Seier Christensen, co-amministratore delegato di Saxo Bank, che ha rilasciato un’intervista poco ottimista a Bloomberg.

Il fatto che questo mese l’euro abbia toccato quota 1.3711 sul dollaro, guadagnando l’8,2% sul biglietto verde (non accadeva dal novembre 2011, ndr), non deve illudere tutti quelli che hanno associato un dossier forex al proprio conto corrente. L’instabilità dell’Eurozona è ancora elevata, secondo Christensen, e il pericolo è tutt’altro che lontano.

L’Unione Europea, stando all’analisi del top manager, non è ancora sufficientemente coesa dal punto di vista fiscale ed economico. L’euro, è vero, si è rafforzato per merito dell’azione della Bce guidata da Mario Draghi, ma gli effetti potrebbero non durare a lungo. Mentre la moneta riprende quota, infatti, il paradosso vuole che le economie dei principali Paesi membri abbiano tutte tirato il freno a mano, Germania compresa.

Come se non bastasse, aggiunge Christensen, sull’UE pesano ancora il baratro greco e il possibile default di Cipro e la generale urgenza di riduzione del debito di tutti i 27 (le previsioni stimano che arrivi al livello record del 97% del Pil entro l’anno). Le prospettive di crescita dovranno necessariamente essere ridimensionate, anche alla luce del taglio del budget 2014-2020 appena approvato.

Chi sembrava guarito dalla febbre alta, poi, come Italia e Spagna, non può ancora considerarsi fuori dalla quarantena. Sulle due penisole grava infatti una forte incertezza politica, nel primo caso legata agli esiti della tornata elettorale e della futura stabilità del Governo; nel secondo causata dagli scandali che hanno travolto il partito guidato dal premier Rajoy. La Francia sta per entrare nella terza fase di recessione in quattro anni. La Germania, infine, non potrà che risentirne.

Cosa fare allora se solitamente si investe nel mercato delle valute? “In zona 1.40 venderei l’euro”, afferma senza mezzi termini Christensen, pur rimarcando che non si tratta di un’azione speculativa ma di semplice buon senso: “Il mondo politico è stato di estremo aiuto per l’euro, non per ragioni retoriche, ma per ragioni politiche. […] In questo momento ci troviamo difronte ad una di quelle situazioni in cui si pensa che il problema sia contenuto o nella giusta direzione per essere risolto, ma non è affatto così”.

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