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Unione Doganale tra UE e Turchia: come funziona

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È un negoziato senza fine quello che va avanti tra Turchia e Unione europea per la creazione di un’unione doganale. I primi colloqui risalgono a circa 15 anni fa, ma ad oggi nessun passo avanti di rilievo è stato fatto.

L’ultimo no è arrivato lo scorso 14 marzo quando una risoluzione del Parlamento europeo ha raccomandato al Consiglio Ue e alla Commissione di sospendere formalmente i colloqui di adesione della Turchia all’Unione alla luce della situazione dei diritti umani del e arretramento politico e democratico del Paese.

La mossa dei parlamentari europei non comporta conseguenze legali per Ankara, in quanto richiederebbe la maggioranza degli Stati membri dell’UE per mettere congelare il processo di adesione. Siccome nei colloqui sul commercio prevale la legge del più forte, la Turchia si è trovata spesso isolata e costretta ad accettare condizioni o dazi degli interlocutori.

Unione doganale: aggiornare accordi con la Turchia

Sotto i riflettori del Parlamento, i problemi riscontrati in Turchia per la difesa dei diritti umani, dello stato di diritto e della libertà dei media, così come per la lotta alla corruzione e per l’autoritarismo dell’onnipotente sistema presidenziale.

In particolare, gli eurodeputati si sono detti seriamente preoccupati per il restringimento dei margini d’azione della società civile nel paese. Motivo per cui i fondi dell’Ue, affermano, devono essere messi a disposizione della società civile turca, direttamente e non attraverso Ankara.

Per mantenere la Turchia economicamente ancorata all’Ue, gli europarlamentari hanno indicato la possibilità di aggiornare gli accordi sull’Unione doganale tra Ue e Turchia del 1995 per includere, ad esempio, agricoltura e appalti pubblici, come un’opzione da attivare se vi saranno miglioramenti concreti nel campo della democrazia.

Gli eurodeputati hanno sollecitato inoltre la Turchia a soddisfare tutti i 72 parametri fissati dall’Ue per la liberalizzazione dei visti per l’accesso dei cittadini turchi all’Unione, a beneficio in particolare di studenti, accademici, rappresentanti delle imprese e persone con legami familiari nei paesi dell’Unione.