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Unicredit batte le stime e rivede al rialzo la guidance. Titolo in forte rialzo

Entra nel vivo la stagione delle trimestrali in Italia con i fari puntati oggi sulle banche. Ad alzare il velo sui conti, prima dell’apertura della Borsa, è stata Unicredit insieme a Mps. Passiamo in rassegna i principali indicatori di Unicredit.

Utili e ricavi in rialzo oltre le stime

La banca milanese ha chiuso il primo trimestre con risultati sopra le attese e ha rivisto al rialzo sia la guidance sull’utile netto per il 2024, aumentata ad oltre 8,5 miliardi, sia quella sulla distribuzione di capitale agli azionisti.

In particolare, i  primi tre mesi dell’anno sono stati archiviati con un utile pari a 2,6 miliardi, in crescita del 23,9% rispetto allo stesso periodo del 2023 e superiore ai 2,1 miliardi previsti dal consensus degli analisti pubblicato sul sito della societa.

Anche i ricavi netti, pari a 6,4 miliardi, sono superiori al consensus di 5,94 miliardi e in crescita del 7,4% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, con un margine di interesse a pari a 3,6 miliardi (+8,5%) e commissioni a 2,1 miliardi (+3,3%). In aumento del 20,4% i proventi di negoziazione, a 558 milioni. In lieve calo (-0,7%) i costi operativi a 2,3 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 36,2%.

Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 16,23%, “in crescita di 35 punti base nel trimestre con l’accantonamento della distribuzione per 2,6 miliardi piu’ che compensato dalla continua forte generazione organica di capitale per 3,4 miliardi” si legge nel comunicato.

Positiva la reazione del titolo a piazza Affari, che scatta in avvio (+3%).

L’a.d. Andrea Orcel, commentando i conti del primo trimestre, ha dichiarato che

“UniCredit è  sulla buona strada per continuare a raggiungere risultati eccezionali, e siamo orgogliosi di rappresentare un modello nel settore. Come diretto risultato dei nostri investimenti, volti ad incrementare i nostri diversificati flussi di commissioni e al rafforzamento delle nostre linee di difesa, e grazie alla flessibilità data dal nostro capitale in eccesso, continueremo a dimostrare una redditività’ strutturale elevata in modo sostenibile e ritorni per gli azionisti tra i migliori nel settore in contesti macroeconomici mutevoli”, ha aggiunto. “Siamo focalizzati in maniera irremovibile – ha concluso il banchiere – sulla costruzione del futuro e sul raggiungimento delle nostre ambizioni per tutti gli stakeholder”.

Dividendi e buy-back

Secondo quanto riporta la banca nella nota sulla trimestrale, la distribuzione agli azionisti nel 2024 è attesa per circa 10 miliardi di euro. Nel dettaglio:

  • 3 miliardi tramite dividendo pagati ad aprile 2024;
  • 1,1 miliardi corrispondenti all’acquisto di azioni proprie a valere sul 2023 già eseguito durante il primo trimestre 2024;
  • 3,1 miliardi relativi al residuo dell’acquisto di azioni proprie a valere sul 2023;
  • circa 3 miliardi dall’acconto sulla distribuzione a valere sul 2024 che saranno staccati in autunno.

Per quanto riguarda le politiche di distribuzione di capitale agli azionisti, la banca ha fatto sapere che “UniCredit intende impiegare o distribuire agli azionisti il suo capitale in eccesso al più tardi entro il 2027”.

“Escludendo opzioni di crescita inorganica – aggiunge il comunicato – UniCredit prevede che le distribuzioni totali annue medie tra il 2025 e il 2026 saranno superiori alle distribuzioni relative al 2024, con una politica sui dividendi pari o superiore al 40% e riacquisti di azioni proprie con limite massimo corrispondente alla generazione organica di capitale in combinazione con l’impiego del capitale in eccesso”.

Qualora invece, si legge ancora, il capitale in eccesso dovesse essere utilizzato per opportunità di crescita inorganica:

“che sarebbero intraprese secondo criteri stringenti, il livello delle distribuzioni annuali nel periodo 2025-2026 dipenderebbe dal rendimento delle acquisizioni che dovrebbero presentare rendimenti post sinergie vantaggiosi rispetto a quello derivante dal riacquisto di azioni proprie”.

L’accantonamento e il payout del dividendo rimangono invariati al 40 per cento dell’utile netto, con la parte restante nella forma di riacquisto di azioni proprie. La ripartizione finale tra dividendo e riacquisto di azioni proprie dipenderà dalle condizioni del mercato, e sarà decisa a seguito dei risultati del 2024, assieme alla decisione finale sulle distribuzioni. L