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Uk aggiorna la lista nera degli oligarchi russi, sette new entry tra cui Abramovich

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Alla fine anche il miliardario russo e proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, è stato aggiunto alla lista nera, stilata dal governo britannico, dei russi sotto sanzioni ed i cui asset sono, di conseguenza congelati. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, precisando che all’oligarca sarà proibito effettuare transazioni e viaggiare nel Paese.

Le motivazioni

Tra i beni congelati che fanno capo a Abramovich, spicca il club calcistico Chelsea, a cui è stata concessa una licenza speciale per continuare con le attività legate al calcio. Tale provvedimento impedisce la cessione della società annunciata dal magnate russo nei giorni scorsi.

Nelle motivazioni indicate all’interno del documento ufficiale c’è un passaggio cruciale che definisce Abramovich “associato a una persona che è o è stata coinvolta nella destabilizzazione dell’Ucraina e nell’indebolimento e minaccia dell’integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell’Ucraina, vale a dire Vladimir Putin, con cui Abramovich ha avuto stretti rapporti per decenni. Questa relazione d’interessi gli ha permesso di ottenere benefici finanziari o altre agevolazioni materiali da Putin e dal governo della Russia”.

Nella lista nera, altri sei oligarchi

Oltre ad Abramovich, Londra ha inserito nella lista nera altri sei individui:

  • Alexei Miller: amministratore delegato della società energetica Gazprom;
  • Andrei Kostin: Presidente della banca VTB, la seconda banca più grande della Russia,
  • Nikolai Tokarev: presidente della compagnia di oleodotti statale russa Transneft.
  • Oleg Deripask: ha partecipazioni in En+ Group,
  • Igor Sechin: l’amministratore delegato di Rosneft
  • Aleksandr Lebedev: presidente del consiglio di amministrazione della Bank Rossiya.

Si parla di un congelamento di asset in Gran Bretagna il cui valore complessivo è calcolato dal Foreign Office fino a 15 miliardi di sterline e divieto di viaggio.

“Non possono esserci rifugi sicuri per coloro che hanno sostenuto il feroce assalto di Putin all’Ucraina”, ha affermato il primo ministro britannico Boris Johnson ribadendo la linea dura adottata dal Regno Unito nei confronti di Mosca. “Le sanzioni di oggi sono un passo ulteriore nella strategia del sostegno incrollabile al popolo ucraino”, ha assicurato il premier Tory.