Economia

Ue boccia “reverse charge” su Iva. E ora, come evitare aumento accise?

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ROMA (WSI) – Nuova tegola sul governo Renzi e, soprattutto, nuovi buchi di bilancio. Ora si dovrà vedere da quali altri fondi l’esecutivo potrà trovare il modo di tappare un buco che, si stima, è di 728 milioni di euro. Bruxelles ha di fatto bocciato l’estensione della “reverse charge” riguardo al pagamento dell’Iva per le forniture nei confronti della grande distribuzione (supermercati, ipermercati e discount alimentari).

Così la Commissione europea: “Non c’è prova sufficiente del fatto che le misure richieste contribuirebbero a combattere la frode (in particolare l’evasione fiscale). La Commissione è anche dell’opinione che questa misura comporterebbe alti rischi di trasferimento delle possibili frodi verso il settore della vendita al dettaglio e versi altri Stati membri”, ha affermato la portavoce Vanessa Mock.

Il meccanismo dell’inversione contabile prevede che il versamento dell’Iva al fisco non venga effettuato dai venditori all’ingrosso (ovvero dai fornitori di supermercati, ipermercati e discount) bensì dagli acquirenti, che vengono considerati a minor rischio di evasione.

Ma il verdetto Ue è chiaro: la reverse charge secondo la Commissione e stando alle parole del portavoce di Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, “non è in linea” con direttiva comunitaria e, soprattutto, “la procedura di inversione contabile non si può utilizzare sistematicamente per compensare la sorveglianza inadeguata delle autorità fiscali di uno Stato membro”.

Renzi ha rassicurato, già lo scorso venerdì in occasione della trasmissione Bersaglio Mobile de La 7 che “la clausola di salvaguardia non scatterà in nessun caso”.

La decisione sulla reverse charge, “come ha detto Padoan, era abbastanza attesa e discussa in sede di legge di stabilità. Sui 728 milioni sono molto tranquillo anche perchè sono una misura che pesa su un bilancio di 728 miliardi… Non ci sarà nessun problema, stiamo ragionando dove prenderli”.

Le stesse fonti del ministero del Tesoro avrebbero confermato che resta fermo l’impegno del governo a non far scattare la clausola di salvaguardia che comporterebbe un aumento delle accise sulla benzina. Ma la stessa Legge di Stabilità prevede che scatti in automatico una clausola di salvaguardia che aumenti l’accisa su benzina e gasolio a partire dal primo luglio.

Non solo: rimane al vaglio dell’Ue il meccanismo dello ‘split payment’, che dovrebbe assicurare oltre 998 milioni di euro di entrate e in base al quale l’Iva per le forniture alla pubblica amministrazione deve essere versata direttamente dagli enti pubblici e non dai venditori.

Se venisse bocciato anche tale meccanico, il nuovo buco delle casse dello stato salirebbe a un totale di circa 1,7 miliardi.