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Ue accusa Google di posizione dominante

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ROMA (WSI) – L’Europa ha accusato Google di posizione dominante illegale sul mercato dei motori di ricerca in Europa. Stando a quanto riporta il Financial Times, l’accusa potrebbe costringere il colosso americano a modificare il proprio modello di business e a pagare anche una sanzione salata, superiore a $6 miliardi.

L’accusa è di aver violato la normativa antitrust, dirottando il traffico dai motori di ricerca rivali ai propri servizi. Inizialmente l’accusa si concentrerà sull’apparente danno che Google arreca ad altri siti di shopping. Ma non è escluso che si possa procedere in altre aree.

“È solo l’inizio”, ha dichiarato il Commissario, che si è detta a fare di tutto per assicurarsi che i consumatori non siano sfruttati.

Google ha confermato le imminenti accuse in una email interna che è stata inviata al proprio staff martedì. “Abbiamo buone argomentazioni riguardo ai migliori servizi offerti ai consumatori e all’aumento della competizione”, ha detto. Prosegue la crociata delle autorità antitrust contro i colossi dell’era Internet. l’FT definisce “epica” la battaglia contro Microsoft, durata un decennio, che alla fine è costata alla società una multa di 2 miliardi di euro.

Tra le altre indiscrezioni, risulta che la Commissione prenderà in considerazione anche la possibilità che Google imponga condizioni contrarie alla libera concorrenza ai produttori di smartphone, tali da indurli a favorire le sue famose App come YouTube. Ma Google ha già rigettato le accuse, affermando che il suo sistema operativo Android è una piattaforma aperta, distribuita gratis. A tal proposito, nella sua email inviata allo staff, la società ha scritto che i consumatori sono liberi di scegliere da soli le applicazioni che desiderano scaricare. “Molte App sono già caricare sui sistemi Android”. Per esempio, negli smartphone Samsung non ci sono solo App di Google, ma anche di rivali come Facebook e Microsoft.

La decisione su Google arriverà oggi, dopo una valutazione di 28 commissari Ue. Ma le pressioni non arrivano solo da Bruxelles, dal momento che questa settimana Google sarà chiamata a rispondere anche in Francia, dove il Parlamento sta considerando di lanciare una iniziativa che obbligherebbe il gigante americano a rivelare la formula segreta con cui classifica i vari siti Internet. (Lna)

Fonte:FT